La situazione economica già poco felice dell’organizzazione dei Mondiali di Trondheim 2025 si infittisce, con novità poco rassicuranti che giungono dalla Norvegia. Dopo le rivelazioni emerse nei giorni scorsi sui pesanti debiti accumulati dall’organizzazione della kermesse norvegese, ora la faccenda acquisisce contorni ancora più complessi. Secondo quanto riportato da NRK, sono già circa 100 i creditori che hanno bussato alla porta di Trondheim per sollecitare al pagamento dei debiti arretrati. Tra questi, anche una cospicua cifra che i Mondiali dovrebbero alla Federazione Norvegese di Sci.
Le cifre sono quelle già note e oscillano tra i 20 milioni di corone norvegesi (circa 1,7 milioni di euro) ipotizzati da NRK ai 30 milioni (2.5 milioni di euro) stimati invece dalla testata VG. Tutti debiti scaturiti da una gestione poco oculata della programmazione, a causa della quale ora il comitato organizzatore di Trondheim si trova in difetto di fronte a 150 creditori totali, 100 dei quali – come detto – hanno già reso nota all’organizzazione la propria situazione. Particolare la situazione della Federazione Norvegese di Sci che da una parte possiede il 60% delle azioni della società organizzatrice, ma dall’altra si trova in credito di 8 milioni di corone (700 mila euro) con la stessa.
Il tutto, mentre sono in corso diverse inchieste avviate dal Comune di Trondheim, dalla stessa Federazione Norvegese di Sci e dall’Autorità di Vigilanza Finanziaria Norvegese, volte ad appurare la reale portata del deficit e le responsabilità che vi stanno alla base. A portare un po’ di chiarezza ci proveranno nei prossimi giorni le tante società coinvolte nel caso, visto che il 17 giugno è in programma una riunione di tutti i creditori dove vai tenterà di fare luce sulle cifre del deficit. Con la speranza che si possa trovare una soluzione in modo che l’allarme – che ad oggi mette in pericolo anche la disputa dei già programmati Mondiali Junior e U23 e della tappa di Coppa del Mondo di dicembre – si trasformi da spettacolo memorabile e festa sportiva indimenticabile a buco nell’economia dello sci norvegese.