“Chi ho pensato a lungo”. È sincera Therese Johaug, che a tre settimane dall’annuncio della sua decisione di lasciare definitivamente uno sci di fondo, senza affrontare una nuova stagione per gareggiare alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, parla in una bella intervista esclusiva all’Expressen.
In una calda Oslo, la campionessa norvegese descrive alla testata svedese come è maturata la sua decisione di smettere, senza mettersi in gioco per un’altra lunga stagione.
«A Pasqua ho pensato solo: “Diamine, mi è costato caro” – ammette Johaug – Mi sentivo come se fossi stata messa in un’asciugatrice. Ero incredibilmente stanca, sia fisicamente che mentalmente. Poi mi sono detta: “Diamine, non ce la faccio a gestire un’Olimpiade”».
A quasi 37 anni, che compirà il prossimo 25 giugno e con tante stagioni di Coppa del Mondo, Johaug si conosce e sa che è sempre arrivata a fine stagione completamente asciugata di ogni energia, con il serbatoio vuoto e la voglia di mettere tutto da parte.
Ecco perché Johaug ha deciso di elaborare un piano, per prendere la decisione più importante della sua carriera nella massima lucidità. Prima si sarebbe concessa 14 giorni senza allenamento. Poi si sarebbe allenata per lo stesso periodo, come se si stesse preparando per una nuova stagione. Dopodiché, era il momento di decidere.
«Trascorsi questi 28 giorni ne sono stata certa: non voglio proseguire. Proprio come per tutta la mia carriera, ho scelto di seguire il mio istinto».
Johaug si apre quindi e racconta quanto sia stato difficile l’ultimo anno, soprattutto dal punto di vista mentale, perché da mamma e moglie si è sentita spesso in colpa nei confronti della figlia Kristin e del marito Nils Jakob.
«Mi sentivo in colpa se uscivo e mi allenavo per tre ore, quando avrei potuto stare fuori a giocare con Kristin».
E quando dava, invece, la giusta priorità alla famiglia, l’olimpionica norvegese si sentiva in colpa da atleta, non potendo seguire perfettamente quella che era sempre stata la sua routine vincente.
«Oppure mi sentivo in colpa quando mi allenavo, mangiavo, mi cambiavo e uscivo a giocare con Kristin, quando sapevo che avrei dovuto sdraiarmi sul divano e riposare. Lo stesso avveniva anche quando davo priorità alla mia famiglia, quando sapevo che avrei dovuto effettivamente uscire per la seconda sessione di allenamento della giornata».
Il problema non è stato solo l’allenamento. La cosa peggiore per un’atleta di sport invernali è ammalarsi e quando sei mamma di una bambina, i rischi allora aumentano. Johaug racconta proprio di quanto abbia avuto paura quando a poche settimane dal Mondiale, Kristin le aveva attaccato una malattia contratta a scuola.
«Mi aveva trasmesso l’influenza. Improvvisamente, a tre settimane dai Campionati del Mondo sono stata male per una settimana. Quella paura mi stava distruggendo. Tutto l’allenamento che avevo fatto era andato completamente sprecato? Sarei riuscita a tornare in forma? Allora ho capito che ci sono così tante cose su cui non ho più alcun controllo».
E qui torna anche quel senso di colpa nei confronti della famiglia. «Diventi una pessima madre e compagna, perché te ne vai in giro arrabbiata e allo stesso tempo hai paura. È molto stressante».
Ora Johaug può vivere tutto con maggiore tranquillità, anche le malattie della piccola Kristin: «Una settimana fa ci hanno chiamato dall’asilo, perché Kristin stava male, quindi abbiamo dovuto riportarla a casa. Allora ho avuto anche io il mal di gola. Mi sono detto: “Grazie a Dio non gareggerò alle Olimpiadi. Amen”».
La norvegese dice che non avrà problemi a riempire le sue giornate in futuro. Le collaborazioni di sponsorizzazione saranno intervallate da viaggi di allenamento, dallo sviluppo del suo marchio di abbigliamento e prodotti per la cura della pelle, e dalla sua app di allenamento. Nel suo futuro c’è anche lo sci di fondo.
«Mi piacerebbe molto contribuire al lavoro con le ragazze junior ed essere una sorta di mentore per i giovani talenti».
Johaug ammette anche di voler avere un altro figlio: «Spero che Kristin abbia un fratellino o una sorellina in futuro. Sarebbe stato molto bello».
La norvegese è però certa di una cosa: non si pentirà di aver lasciato senza gareggiare alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. «Quando mi ritirai nel 2022, lo feci solo perché avevo paura di non poter avere figli. All’epoca dissi che un ritorno non era impossibile, quindi quel pensiero era già nella mia mente. Allora fu dolorosissimo ritirarmi. Questa volta non ho versato una lacrima».