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Biathlon – Karoline Knotten, dall’idea di smettere alla voglia di rivalsa: “Voglio essere la migliore”

L’esclusione dalla Nazionale è stata per Karoline Knotten una situazione difficile da digerire: oltre all’handicap di una preparazione indipendente da preparare alla vigilia della cruciale stagione olimpica, anche la rottura di un rapporto di fiducia con i tecnici della Nazionale per divergenze di vedute che, a dire della 30enne, non erano così insanabili ma ha comunque trovato un muro di fronte a sé.
Il nodo del contendere, come emerso già in primavera, la sua volontà di poter avere un programma più personalizzato data la sua ormai grande esperienza. La terza miglior norvegese in stagione, i cui risultati avrebbero meritato senza se e senza ma una riconferma in squadra stando ai criteri federali, spiega di essere stata cresciuta come uno spirito critico: “Chiedo sempre perché stiamo facendo le cose, in modo da poter migliorare insieme” ha dichiarato Knotten in un’intervista al quotidiano norvegese VG e teme che sia questo il motivo per cui è stata allontanata “Sono stata allenata ad essere un’atleta indipendente. È per questo che ora sono sicura di me. Per questo sono in grado di fare un piano. Penso solo che sia un po’ ironico. Forse quello che è venuto meno è capire che le persone sono diverse. Lo trovo triste. Se la comunità (nel team) si rafforza perché non ci sono io, allora non è una comunità per tutti. Allora si crea una comunità per chi è uguale. A quel punto si perdono le personalità, si perdono le qualità uniche, perché nessuno osa essere se stesso.”

È certo però che qualcosa nel rapporto con i tecnici si è rotto irrimediabilmente, e teme che, pur avendo un posto assicurato nella prima tappa di Coppa del Mondo della prossima stagione in virtù del suo piazzamento tra le migliori 15 in Classifica Generale, le divergenze potrebbero riservare brutte sorprese per il prosieguo della stagione: “Potrebbe andare in un modo o nell’altro. Non mi fido”.

Knotten però, che ha creato con molti sacrifici un proprio team, non si arrende, anche se è stata sul punto di farlo. “Ho pensato di smettere. All’inizio non ci pensavo, perché sono passata direttamente alla soluzione. Quando il cambiamento ha cominciato a farsi più vero, allora ha iniziato a farmi male di più. Mi sentivo stanca, con giornate lunghe e tanti pensieri. Mi chiedevo se ne valesse la pena, soprattutto perché dovrò avere a che fare con quelle persone durante l’inverno. Mi chiedevo se volessi farlo.”

Prima di allora, ci sarà modo di incontrare “quelle persone” in occasione del Blink Festivalen di agosto, e la speranza è che si possa chiarire sul modo in cui l’inverno verrà affrontato, visto che Anterselva e i Giochi di Milano-Cortina 2026 con un grande obiettivo comune.

Nel frattempo il sostegno ricevuto e il sentore di aver mantenuto intatta la sua integrità la spingono a continuare. “Il piano sembra buono. Ho una direzione e un filo conduttore. Ora si tratta solo di fare il lavoro. Ci credo davvero.”
Il piano di lavoro – uno a breve termine per la prossima stagione olimpica e uno a lungo termine per i Campionati del Mondo in casa nel 2029 – è stato elaborato in collaborazione con Roger Grubben, uomo di grande esperienza nel biathlon e con un lungo rapporto con l’atleta.

“È difficile descrivere quanto sia bravo” dice Knotten, che può contare su un team composto anche da un’allenatrice per il tiro, Hanne Gussow, un supporto psicologico, il fisioterapista della Nazionale Ragnar Hagen, oltre ad avere accesso alle strutture dell’Olympiatoppen. Tutti questi pro sono naturalmente affiancate a diversi contro, dal punto di vista logistico e lavorativo. “Ora non ho più entrate ma ho anche molte più spese.” Non significa che questo la faccia demordere: “Voglio essere la migliore, perché a quel punto non ci saranno dubbi che il mio metodo funzioni e che io abbia ragione sul migliorare allenandomi a modo mio.”

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