La medaglia olimpica e mondiale in staffetta Anastasia Kuleshova è tra i tanti atleti russi in bilico in questo momento sul proprio futuro: da un lato la voglia di tornare a gareggiare in ambiente internazionale, dall’altro una situazione politica che non permette svolte positive sul piano sportivo. In mezzo dei Giochi Olimpici sempre più lontani.
Per questo motivo, con una motivazione sempre più difficile da mantenere alta in un contesto di competizione esclusivamente interna, gli atleti sono tentati dal prendere altre strade. L’ultima stagione si è stata alquanto fallimentare per la 30enne, come afferma la stessa atleta in una lunga intervista al sito russo Sport Express: ha saltato molte gare, è raramente salita sul podio ed è rimasta a secco di vittorie dopo che l’anno prima era stata la principale avversaria di Veronika Stepanova, conquistando il secondo posto nella classifica generale della Coppa di Russia. Dietro questa inversione di marcia, una sinusite non curata che ha complicato il suo stato di salute.
“La sinusite maxillare non curata si è trasformata in una forma più grave. Sono stata sotto antibiotici per 10 giorni invece di correre alla tappa di Kirovo-Chepetsk. Ho capito che bisogna stare attenti alla propria salute e iniziare a trattare ogni primo sintomo. Gli atleti hanno la tendenza a non recuperare e ad andare subito all’allenamento. Quando ci sono i raduni e vedi che tutti si allenano, e tu te ne stai a casa a perdere due o tre giorni, questo ti condiziona psicologicamente. Si vuole uscire subito e andare a sciare per almeno un’ora.”
A cascata altri problemi fisici sono arrivi, complicando la situazione e colpendola anche psicologicamente.
“In autunno ho capito che non ce la facevo più e che avevo bisogno dell’aiuto di qualcuno. Ero in uno stato in cui una cosa segue l’altra, e non capisci più perché succede. Dentro di me lottavano pensieri di essere nel posto sbagliato o che questi fossero solo ostacoli sulla strada per qualcosa. Quindi avevo bisogno di liberare la testa affinché questi pensieri non mi divorassero dall’interno, affinché almeno mi lasciassero dormire.”
Una stagione di cambiamenti in cui ha cullato anche l’idea di lasciare lo sci di fondo per passare al biathlon; e questo piccolo sogno lo ha accarezzato prima in occasione di gare di Ryazan, lo scorso inverno, in cui fondisti e biathleti si sono sfidati su un terreno comune, e poi a gennaio ha potuto approcciare direttamente la disciplina grazie all’aiuto del biathleta Karim Khalili.
“Ci ho pensato, ma per qualche motivo non ha funzionato. Forse è giusto che sia andata così. Khalili era al Laura Ski Complex di Sochi a gennaio, quando c’eravamo anche noi. Gli ho detto che avrei provato a passare al biathlon, ma probabilmente era troppo tardi. Lui mi ha risposto che non è mai troppo tardi per provare qualcosa di nuovo. Ma come faccio a rinunciare alle mie gare preferite in classico. Non è proprio il mio genere. In realtà il biathlon mi ha sempre interessato. È uno sport spettacolare. È molto difficile stabilire chi vincerà. È stato interessante provare a sciare con un fucile e sparare. E sì, quest’anno l’abbiamo fatto insieme a Legkov a Luzhniki. Nikolay Bolotov ha organizzato per noi una mini-sessione di allenamento, per la quale gli sono infinitamente grata.”