Home > Notizie
Sci di fondo

Sci di fondo – Martino Carollo ha le idee chiare: “Oggi è importante essere un atleta versatile”

Photo Credits: Newspower.it

«Non ho potuto nemmeno mangiare la torta di compleanno di Maria». Passata una settimana, Martino Carollo prova a riderci su, tornando sull’incidente avuto sugli skiroll, che gli ha provocato diversi danni sul viso.

Proprio nel giorno del compleanno della sua ragazza, Maria Gismondi, durante un allenamento sugli skiroll, il piemontese delle Fiamme Oro è caduto, dando una vera e propria facciata sull’asfalto. Fortunatamente il casco protettivo ha evitato danni maggiori, a quelli che si è procurato.

«È stata una bella botta. Quando accadono queste cose agisci di istinto – racconta Carollo a Fondo Italianemmeno fai in tempo a pensare come proteggerti. Appena caduto mi sono rialzato e messo a bordo strada, avevo tanta adrenalina addosso per la paura. Alla fine me la sono cavata relativamente con poco».

Per fortuna niente di rotto.

«Nulla che possa pregiudicare gli allenamenti. Fortunatamente, dopo tre o quattro giorni per recuperare dalle ammaccature ho avuto la possibilità di riprendere ad allenarmi. Dall’altra parte, però, il volto ne ha risentito, ho tre denti rotti e un labbro gonfio. Insomma, esteticamente non il massimo (ride, ndr). Nei primi giorni nemmeno potevo masticare, poi ho iniziato a mangiare cose morbide. Ho già inziato le visite dal dentista. A proposito, ci tengo a ringraziare FISI e Fiamme Oro per il supporto che ho ricevuto anche in questa situazione».

Insomma, al di là dei danni facciali, nulla che ti pregiudica l’allenamento. Ti vedremo quindi regolarmente in raduno.

«Si, anche se potrei non essere presente già dal primo giorno. Dobbiamo vedere un po’ come evolvono le cose, insieme al dentista, per i vari appuntamenti. Ho preferito sistemare subito la situazione perché siamo ancora a inizio preparazione e ci tengo a non perdere alcun giorno di raduno più in là».

Sei entrato a far parte della squadra A e puoi allenarti con atleti più esperti di te, oltre a un campione come Pellegrino. Una bella opportunità.

«È un gruppo che conoscevo già, in quanto lo scorso anno ho passato tanto tempo con loro nel corso della Coppa del Mondo, quindi ero già entrato nella loro routine quotidiana, anche per quanto riguarda l’allenamento. Sicuramente è per me importantissimo allenarmi con un campione come Pellegrino ma anche atleti del calibro di Graz, autore di un gran finale di stagione, perché posso prendere spunto da loro per lavorare su diversi dettagli. A 22 anni ho ancora tanto da imparare e solo lo scorso anno, entrando in Coppa del Mondo, ho visto quanti aspetti possono incidere su una gara e capito cosa devo migliorare per essere più continuo».

Per esempio?

«Nel corso di una stagione si può trovare qualsiasi tipo di neve e bisogna riuscire ad adattarsi nel miglior modo possibile. Su questo aspetto devo fare un passo avanti, iniziare a far meglio anche in condizioni più estreme. Questo è il mio grande margine di miglioramento. Gente più esperta, come Pellegrino, in queste condizioni riesce sempre a dare qualcosa in più e devo prendere esempio da loro».

Come lavorare per migliorare questo aspetto?

«Intanto sono molto felice che la programmazione di Markus (Cramer, ndr) preveda molti giorni di allenamento sulla neve, tra tunnel e ghiacciaio. Cercherò di sfruttare questa opportunità di raggiungere l’obiettivo tecnico su cui voglio migliorare. Nel tunnel o nei ghiacciai non si trovano quelle condizioni di neve perfetta a cui sono sempre stato abituato qui in Italia. Già a Trondheim, ho visto che non è così scontato che il gattista batta la pista d’allenamento in maniera perfetta, fa quello che può in base alle condizioni. Per me è utile imparare quindi ad adattarmi a ogni tipo di neve anche tecnicamente, perché poi se ne possono trovare di molto difficili, come quella che abbiamo avuto proprio al Mondiale».

Sei curioso di allenarti tanto in Scandinavia nel corso dell’estate?

«Tantissimo, anche perché prima della tappa di Falun dell’ultima stagione, non vi ero mai stato. Nonostante sia un fondista, non ero mai stato nella patria del nordico, ma ora ho fatto esperienza anche a Bruksvallarna, Trondheim, Oslo e Lahti. Sono troppo curioso di andare a Torsby, perché ho sempre sciato all’interno del tunnel di Oberhof, ma molti mi hanno detto grandi cose di quello svedese. Inoltre, non vedo l’ora che arrivi agosto per il Blinkfestivalen, perché, al di là del risultato, deve essere un’esperienza davvero unica. Sono entusiasta, sono convinto che mi darà tanta energia. Credo che recarsi in Scandinavia sia un bel modo per crescere, in quanto è la terra d’eccellenza del nostro sport e si possono prendere tanti spunti».

Dopo averti osservato da vicino per buona parte della passata stagione, Cramer ha deciso di inserirti nel suo gruppo. Un bell’attestato di stima.

«Mi ha fatto piacere, perché in questi mesi Markus ha capito quanto sono motivato, la mia voglia di ambire a tanto. Nonostante la mia giovane età, ha quindi ritenuto che potessi fare parte di questo gruppo. Lui ha capito i miei punti di forza, ma anche gli aspetti da migliorare per fare un salto in avanti. È importante avere un allenatore che ti capisce e con il quale vai d’accordo, lavorandoci bene assieme, decidendo quali gare affrontare, quelle su cui puntare, quelle che ti servono a fare esperienza e quando invece fermarsi. Se tutto gira così perfettamente, nessun giorno viene sprecato, perché in uno fai risultato e nell’altro invece impari».

Quanto sogni di entrare a far parte della staffetta olimpica?

«Al di là dei già citati Pellegrino e Graz, in generale tutti stanno migliorando e il livello si sta alzando. Non sarà affatto scontato riuscire a guadagnarsi la convocazione. Questo mi motiva già adesso, mi spinge a dare il massimo in ogni allenamento e migliorare sempre di più. Markus per primo sa che c’è una bella concorrenza e continua a dircelo proprio per motivarci. Purtroppo non ci sarà spazio per tutti, quindi prima di pensare alla staffetta dei Giochi e alle Olimpiadi stesse, devo allenarmi bene, lavorare nel modo giusto e meritarmelo nel corso della stagione».

Sei un atleta molto versatile e moderno, in quanto ti abbiamo visto al via praticamente in ogni format. Credi sia questo il percorso migliore?

«Una delle cose che condivido maggiormente con Markus (Cramer, ndr) è la sua idea di creare atleti versatili, all-rounder come si dice, capaci di ambire un po’ a tutto. Se sei un atleta completo e puoi far bene in più format di gara, hai anche maggiori opportunità di ottenere dei risultati. Se sbagli una gara, puoi sempre rifarti il giorno successivo. Io sono ancora giovane ed è giusto che oggi investa su ogni format e tecnica, dalle sprint alle lunghe distanze, dallo skating al classico. Poi non posso sapere cosa mi riserverà il futuro, magari un giorno, all’apice della mia carriera, avrò maggiori possibilità di fare bene in un determinato format e inizierò a puntare più su quello. Ma oggi lo sci di fondo sta andando nella direzione in cui i più forti sono competitivi in ogni format di gara, non ci si specializza più. Alla fine se vuoi essere uno sprinter vincente, devi anche avere grandi doti di resistenza, mentre se vuoi ottenere ottimi risultati nelle distance con partenza in linea, avere un bel finale di gara è d’obbligo».

Quindi ti definisci anche tu un all-rounder?

«Fino a un paio di anni fa ero molto meno competitivo in classico, ma ci sto lavorando e sto migliorando anche lì, pure se da sempre preferisco lo skating. Comunque si, mi definisco un atleta abbastanza completo, in grado di essere competitivo in ogni format, soprattutto su un determinato tipo di neve, quello tipico delle gare italiane, come si è visto al Tour de Ski. Su nevi difficili, invece, sono ancora molto altalenante, come detto in precedenza, ma ci sto lavorando».

C’è un consiglio particolare che ti è stato dato da Pellegrino?

«Si, una cosa che diventa ancora più importante se detta da un’atleta vincente e con tanta esperienza alle spalle come lui. Quando si arriva in Coppa del Mondo, è giusto buttarsi dentro e provare, senza avere paura di sbagliare. Non bisogna prendere parte solo alle gare dove si sa di poter rendere al cento per cento o fare risultato. Così devo fare, quando Markus mi inserisce per gareggiare, non devo tirarmi indietro anche se quella competizione non mi convince troppo, perché in ogni caso ricaverò qualcosa si buono. Se non arriva il risultato, avrò comunque fatto un’esperienza importante e imparato qualcosa di nuovo. Chicco mi ha suggerito proprio di tirare sempre fuori qualcosa di positivo da quello che faccio».

Share:

Ti potrebbe interessare

Image