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Biathlon

Biathlon – Gruppo omogeneo e meno problemi al tiro: un primo raduno “detox” per i francesi a Corrençon-en-Vercors

La squadra francese maschile di biathlon ha concluso venerdì il primo raduno stagionale (tolta la parentesi piuttosto informale del raduno preolimpico nel Sud del Paese organizzato dal Comitato Olimpico Francese). Il gruppo si è ritrovato a Corrençon-en-Vercors sotto lo sguardo attento di Simon Fourcade, preparatore atletico, e Jean Pierre Amat, tecnico del tiro, per un incontro molto intenso dal punto di vista dell’allenamento fisico e più di “raccordo” con la stagione precedente per il lavoro al poligono.

Nordic Magazine ha sentito i due tecnici al termine del ritiro per raccogliere le loro impressioni sul lavoro svolto e fare il punto della situazione sugli atleti.

“Gli atleti amano stare qui” ha sintetizzato Fourcade “lo chiamano il detox camp per via dell’ambiente bucolico. Con il ritorno al lavoro e i piccoli eccessi che potremmo aver avuto durante le vacanze, ci permette di rimetterci in carreggiata. Il lavoro svolto è stato davvero buono, con un buon recupero nonostante un gran numero di ore e sessioni piuttosto intense!”

Più tecnico invece l’approccio di Amat, sul fronte “tiro”: “L’obiettivo era vedere a che punto eravamo in termini di equipaggiamento, soprattutto per i due che l’hanno cambiato. Poi abbiamo fatto i conti con il finale di stagione precedente.”.

E i tecnici come hanno ritrovato gli atleti?

“Come ad ogni inizio stagione ci sono delle differenze, ma ho l’impressione che siano meno presenti rispetto al passato. Abbiamo un gruppo che sta maturando, i più giovani si stanno rafforzando e riescono a tenere più il passo dei più grandi. Questo ci permette di avere un gruppo più omogeneo.” ha spiegato Fourcade; anche Amat, dal canto suo, trova gli atleti molto più pronti: “Dopo un periodo di inattività e le vacanze è logico avere qualche flessione o problema di posizione, ma è positivo che non ci siano problemi ricorrenti e il livello non è calato molto. Hanno bisogno più di una ripresa degli allenamenti che di un lavoro approfondito.”

L’approssimarsi dell’anno olimpico, anche se i tecnici cercano di non lavorare in ottica grande evento anche per alleviare lo stress degli atleti, ha imposto qualche cambiamento.

“Stiamo affrontando questioni che non sono state necessariamente affrontate negli anni precedenti. Sentiamo più pressione, ma è normale, e fa parte dell’evento a cui prenderemo parte da qui a qualche mese: ci sono solo quattro posti in ogni gara e abbiamo un gruppo di sette atleti più alcuni giovani emergenti. Sanno che dovranno essere pronti fin dall’inizio della stagione; però a volte devo riportarli all’ordine e ricordare loro che non devono essere al top della forma troppo presto” Anche avere un gruppo più folto è stata una scelta dettata dalla circostanza. “Trovo in gruppo a sette l’atmosfera sia migliore: c’è più comunicazione e scambio quando siamo insieme, i ragazzi vanno molto d’accordo e in un anno olimpico questo può aiutare ad alleviare la pressione!”

Ecco perché, anche in questo momento, lavorare sulla concentrazione e la resistenza è un’ottima base per l’inverno, Olimpiadi o meno; il tecnico del tiro, difatti, non vede l’ora di poter fare sessioni più intense: “Fare velocità è un bene e li destabilizza un po’ anche se non è lo stesso tipo di sforzo che troviamo in gara. È una difficoltà che li convince a resistere di più, soprattutto mentalmente. Gli ricorda che il tiro non è mai scontato e bisogna essere assolutamente presenti. È qualcosa che si può perdere ad inizio estate. In un ritiro estivo dobbiamo mantenere questa capacità nonostante la fatica mentale e fisica. In inverno poi non sarà un problema.”

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