Quella in corso è un’estate importante per le formazioni élite degli sport invernali, ma ancor più per le quelle italiane. Se non bastasse il countdown per le Olimpiadi, gli atleti azzurri si preparano all’evento a cinque cerchi con la consapevolezza di avere l’onere e l’onore di gareggiare su un terreno amico, quello di casa, di fronte al proprio pubblico che, in pista o da casa, oltre a fare il tifo pretenderà anche tanto da loro.
Per quanto riguarda il biathlon azzurro, la squadra A femminile ha già messo alle spalle due raduni e si prepara per un terzo, in Francia, sotto la guida di Mirco Romanin per la parte atletica e Jonne Kähkönen al tiro. Con la squadra azzurra dall’estate 2022, vale a dire dall’inizio di questo quadriennio olimpico che sta volgendo al termine, il tecnico finlandese stesso vive con grande attenzione ed emozione l’avvicinamento ai Giochi italiani: Fondo Italia lo ha raggiunto qualche giorno fa, mentre era ancora a casa in Finlandia, per fare il punto della situazione sul lavoro svolto finora dalle sue atlete.
Partiamo da una valutazione del suo gruppo in generale: come ha trovato le atlete nelle prime due uscite?
“Il gruppo ha lavorato bene durante i primi due raduni. Vedo che l’allenamento degli ultimi due anni ha aumentato il livello del gruppo, individualmente in alcune atlete è più visibile, in altre meno, ma nel complesso c’è stato un buon miglioramento. Con questo miglioramento nell’allenamento mi aspetto che ognuna di loro dimostri quanto fatto anche nelle gare in inverno. L’allenamento è facile per tutti, sono gli atleti migliori a mostrare questo sviluppo nelle gare.”
Ormai conosce le atlete da anni, quindi cosa si aspetta da loro? Cosa ha detto loro durante i primi colloqui, se ne avete già avuti.
“Il consiglio principale per tutte le atlete è di fidarsi del piano e di sé stesse. Come ho detto, hanno dimostrato di aver fatto diversi passi avanti, anche nelle gare, come Michela (Carrara, ndr) ad esempio, ora si tratta semplicemente di continuare a lavorare e di acquisire fiducia per le gare.“
Parlando invece di Lisa Vittozzi, la sappadina lavorerà da sola per gran parte della stagione di preparazione. Pensa che questo la aiuterà? Secondo lei, come potrebbe influire questo sul resto della squadra femminile?
“Per quanto riguarda Lisa, aveva decisamente bisogno di tempo per lavorare da sola sulle basi. Alla fine, questa è stata la soluzione migliore per lei, permettendo allo stesso tempo di concentrarsi sul resto del gruppo di donne per spingerle a fare un altro passo avanti.”
Un’ultima domanda, inevitabile in questa estate che precede i Giochi di Milano Cortina: cosa significa per lei essere l’allenatore della squadra italiana in una stagione così importante?
“Essere l’allenatore della squadra italiana ai Giochi Olimpici invernali è una cosa importante per me, perché ho molto rispetto per la Federazione, il team di tecnici e gli atleti – ed è ancora più grande perché abbiamo l’opportunità di gareggiare alle Olimpiadi in casa, un’opportunità che non capita a tutti gli atleti e le squadre. Voglio essere sicuro di fare tutto il possibile per spingere gli atleti a raggiungere il loro massimo potenziale, e questo è tutto ciò che posso fare e tutto ciò che posso chiedere loro.”