Si moltiplicano le connessioni tra il ciclismo e gli sport nordici, con numerose storie di atleti prestati da l’una all’altra disciplina, in una metamorfosi sportiva tenuta insieme da un denominatore comune: la fatica. Fatica che si prenderà la scena nelle prossime 3 settimane con la disputa del Tour de France, ma che ha già offerto tanti spunti nelle scorse settimane. In particolare, a saltare all’occhio dei più attenti è stata la vittoria al Giro d’Italia Next Gen 2025 del giovane Matthias Schwarzbacher, promessa del ciclismo slovacco con una passione segreta per… il biathlon.
L’alteta classe 2005 – vincitore della prima tappa (Rho-Rho) del Giro Next Gen – cova infatti un forte legame con il biathlon, che da piccolo praticava insieme all’hockey. E infatti, prima di scoprire il ciclismo, il biathlon era una delle sue attività principali soprattutto grazie all’influenza del padre Roman Schwarzbacher, allenatore della nazionale di biathlon della Slovacchia alle Olimpiadi di Vancouver 2010. Anche perché nella città da dove viene, Brezno, la carabina è religione e vi è una delle piste per lo sci nordico più importanti della zona. Quella di Osrblie, dove recentemente si sono tenuti eventi importanti del biathlon internazionale come i Campionati Mondiali Estivi nel 2023 e i Campionati Europei nel 2024 e dove nella stagione 2025/26 è in programma una tappa di IBU Cup.
Nel ciclismo, Schwarzbacher è considerato uno dei possibili eredi della stella locale Peter Sagan, avendo già conquistato un titolo di Campione di Slovacchia a cronometro. Ma non è a lui che il giovane ciclista si ispira: l’idolo d’infanzia proviene infatti dal biathlon e risponde al nome di Martin Fourcade. “In realtà, ero più fan di Martin Fourcade che di Peter Sagan – ammette ai microfoni di Directvelo – Una volta ho accompagnato mio padre a una gara di biathlon a Nove Mesto e lui voleva tornare a casa dopo aver finito di lavorare, ma io ho insistito perché rimanessimo a guardare Martin Fourcade in gara, anche se faceva un freddo terribile. Quando siamo tornati a casa era notte fonda, ma avevo visto il mio idolo ed ero entusiasta”.
Ecco quindi l’ultimo di una lunga serie di atleti passati dagli sport nordici prima di approdare al ciclismo professionistico. Prima di lui si ricordano ad esempio Primoz Roglic (ex saltatore con gli sci), Florian Lipowitz (ex biatleta) e Jørgen Nordhagen (ex fondista), senza dimenticare la passione di Tadej Pogacar, favoritissimo per la vittoria del prossimo Tour de France, che ha ammesso di considerare lo sci di fondo il suo secondo sport preferito. E chissà se in allenamento ci sarà la possibilità di parlare di sci e paraffine, visto che Matthias Schwarzbacher corre proprio per la UAE Team Emirates Gen Z, la squadra giovanile del team di Pogacar.