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Sci di fondo

Un Tour de France tra fondisti? Secondo Vermeulen e Clugnet sarebbe sfida a due tra Francia e Italia. E su Mocellini…

Photo Credits: Simone Mocellini/Instagram

Il Tour de France ha concluso ieri alla sua sesta tappa, con l’irlandese Ben Healy che ha portato a casa la vittoria nei 201.5 chilometri tra Bayeux e Vire Normandie, mentre Tadej Pogacar ha perso la maglia gialla a favore di Mathieu van der Poel, grazie all’ottavo posto all’arrivo.

Un evento che attirare l’interesse di tanti tifosi, non solo in Francia ma anche al di fuori dei suoi confini e soprattutto abbraccia un pubblico vasto anche tra atleti di altre discipline, che spesso usano il ciclismo come pratica del proprio allenamento. Tra loro ci sono tantissimi fondisti e biathleti, che d’estate percorrono le strade e i sentieri di montagna con le loro bici per allenarsi.

A qualcuno tra loro è venuto però in mente un quesito interessante: se le squadre che partecipano alla Grande Boucle fossero le squadre di Coppa del Mondo di sci di fondo, quale sarebbe la più competitiva? A chiederselo sono stati James Clugnet e Mika Vermeulen, che con il loro podcast Skirious Problems offrono in ogni puntata spunti di riflessione importanti e aneddoti interessanti grazie alla loro esperienza diretta stando in prima linea.

La risposta è arrivata netta da parte di Vermeulen è netta: secondo il 26enne austriaco, l’Italia è nettamente superiore alle altre Nazioni in bicicletta. “Devo dire l’Italia” ha ammesso, tessendo le lodi di tutti gli azzurri “tutti gli italiani sono bravissimi in bici e praticano tanto ciclismo.”
Uno in particolare, tra gli italiani, ha però attirato maggiormente la sua attenzione. “Simone Mocellini is fucking animal on the bike!” (È un fottuto animale sulla bici!, trad.) Il trentino delle Fiamme Gialle, a quanto pare particolarmente attivo sull’app Strava per il tracciamento GPS dell’attività fisica nel ciclismo, corsa, camminata e nuoto, mostra dei numeri che hanno stupito i suoi colleghi. “Andate a vedere il suo account su Strava! Carica tutti i dati lì e controllate i suoi watts e la velocità media di percorrenza. Penso veramente che sia davvero, davvero bravo sulla bici.”

A supporto di questa tesi interviene il britannico Clugnet, che esclude un dominio scandinavo almeno in questa circostanza: “Quando fai ciclismo in Scandinavia, è tutto pianeggiante e puoi solo lavorare sulla distanza. E con gli scandinavi puoi renderti conto se in bici c’è uno sciatore o meno, è molto facile! Hanno una cadenza di 65/70 in media.” Da parte sua, però il 28enne nativo di Grenoble, tira l’acqua al mulino paterno e sostiene che sarebbero i francesi a vincere questa sfida: “Io a dire il vero direi Francia, perché sono degli animali da scalata, ma al contempo hanno anche degli sprinter che potrebbero far bene.”

Si proporrebbe dunque una sfida interessante, tra due Nazioni che fanno delle loro rivalità un cardine della loro storia sportiva, non importa a quale livello e in quale disciplina, e che detengono anche due delle corse più importanti e iconiche di ciclismo su strada. E chissà chi la spunterebbe se questa sfida dovesse mai avere luogo sul serio.

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