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Biathlon , Sci di fondo

Lo sapevi che … una maschera può aiutare a prevenire i malanni al freddo?

Photo Credits: Ukaleq Slettemark/Instagram by Uiloq Slettemark

Torna come ogni domenica la rubrica estiva che sta accompagnando l’estate dei lettori di Fondo Italia e di tutti gli appassionati delle discipline nordiche, “Lo sapevi che…?”, dedicata alle curiosità, agli aneddoti e alle storie più particolari degli sport sugli sci stretti, quelli larghi, e persino quelli a rotelle. Storie che come redazione raccoglieremo, ma chiunque è benvenuto nell’aiutarci in questa ricerca, soprattutto se sono storie legate a comunità e personalità locali.

Oggi vogliamo addentrarci in una curiosità più tecnica, forse nota a chi lo sci lo pratica a livello amatoriale, meno a chi, invece, ama seguirlo solo in tv. Negli anni della pandemia abbiamo assistito diverse volte alle interviste degli atleti con una mascherina davanti alla bocca e al naso, ma esiste un’altra maschera che fa parte del “guardaroba” degli atleti. Queste mascherine di certo non proteggono dal Covid-19, ma si rivelano fondamentali per prevenire problemi respiratori per gli atleti.

Benché oggi assistiamo ad inverni sempre più miti, sport come lo sci di fondo e il biathlon, da buoni sport invernale outdoor che si rispettano, spesso espongono gli atleti a condizioni piuttosto estreme, sia in allenamento che in gara. Il limite di temperatura per gareggiare è di -20 °C è stato stabilito principalmente per prevenire danni da freddo durante la gara, come ipotermia e congelamento, ma rimane comunque un limite al di sotto dell’acuirsi dell’asma e dei sintomi ad essa associati. Del resto una volta superata la soglia di circa -20 °C, l’umidità assoluta dell’aria rimane molto bassa: questo significa che tutta l’aria fredda è aria secca, e toccherà poi ai polmoni il compito di riscaldarla e umidificarla per poi espirarla, processo che tenderà a causa disidratazione nel tessuto epiteliale dei bronchi e potenzialmente infiammazione. Un fenomeno che, quando compromette la capacità espiratoria di oltre il 10%, è definito asma da sforzo. Può verificarsi anche in misura minore nei soggetti non asmatici durante l’esercizio fisico in aria fredda, e in quel caso si parla di broncocostrizione.

La temperatura della pelle del viso può influire sull’entità della broncocostrizione che si verifica durante l’esercizio fisico a basse temperature (come riporta Fasterskier.com citando Gavhed et al. 2000; Koskela et. al. 1995). Soluzioni a questo problema sono scaldacolli, fasce o cappelli e la fasciatura di queste aree con nastro adesivo, che ha l’ulteriore vantaggio di prevenire il congelamento.

Ma uno dei metodi che sta diventando sempre più popolare, benché esista in forme diverse da circa una trentina d’anni, per prevenire l’asma e la broncocostrizione indotte dall’esercizio fisico è l’uso di una maschera per lo scambio di calore e umidità. Se ne trovano di diversi tipi in commercio: una vera e propria maschera oppure sotto forma di semplice boccaglio, dotate di filtri, che aiutano a riscaldare e umidire l’aria in entrata, riducendo le possibilità di malanni in condizioni di bassa temperatura (in inverni rigidi, ma anche nei tunnel di allenamento in estate), ma entrambe sono efficaci nel prevenire la broncocostrizione durante l’esercizio fisico e nel ridurre i danni polmonari causati dall’esercizio a temperature estremamente basse. E in allenamento generalmente gli atleti usano quello con cui ci si sente a proprio agio e che dà le migliori sensazioni; in gara, invece, non se ne fa uso e le federazioni non hanno finora mai regolamentato il loro uso in competizione.

E tu lo sapevi?

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