Figlia della compianta pluricampionessa di sci di fondo e biathlon Anfisa, scomparsa prematuramente nel 2023, Kristina Reztsova è una delle biatlete russe più popolari e di successo, vincitrice di due medaglie ai Giochi di Pechino 2022, un argento e un bronzo nelle due staffette. Dopo la doppia maternità, la 29enne ha ripreso con successo la sua carriera professionistica e, anche se la presenza russa, anche sotto status neutrale, rimane ancora ampiamente incerta, soprattutto nel biathlon dove l’IBU conferma la sua strenua opposizione, si sta preparando per competere alle Olimpiadi del prossimo inverno.
In un’intervista al sito metaratings.ru, la biathleta ha approfondito la sua stagione, il coinvolgimento degli atleti russi nei giochi, ma soprattutto ha dato una valutazione sul livello attuale del biathlon in Russia, comparandolo a quello degli altri atleti.
Negli ultimi 4 anni, secondo Reztsova, il biathlon internazionale si è evoluto molto, soprattutto al tiro. In Russia, però, gli atleti non sono riusciti a fare altrettanto.
“È molto difficile dire se abbiamo mantenuto alto il nostro livello. Abbiamo piste diverse e una preparazione degli sci diversa. Ci sono grandi differenze tra quello che facciamo in Russia e quello che fanno in Europa. Siamo indietro del 100% in velocità e precisione di tiro. Soprattutto se si considera la velocità media in Russia: sono numeri davvero pessimi. Ci sono giocatrici che tirano bene, per esempio Tamara Derbusheva. Tira velocemente e con precisione, ha ottime percentuali, ma a livello globale, tiriamo tutti molto lentamente: nessuno tira così in Coppa del Mondo. Nella nuova stagione, questo è l’aspetto principale su cui dobbiamo lavorare sodo.”
Il problema, a suo dire, non è sta nelle ore di allenamento, quanto piuttosto negli obiettivi, mancando lo scontro diretto con atleti capaci di mettere in campo un tiro veloce come quello mostrato in Coppa del Mondo.
“Non direi che abbiamo iniziato ad allenarci di meno, non siamo calati in termini di efficienza. Ma la velocità di tiro è la cosa principale che perderemo se non miglioriamo questa componente. Se non alleniamo la velocità di tiro, sarà impossibile raggiungere i nostri concorrenti”. Un problema, continua Reztsova, che è solo la prosecuzione di un “sintomo” che esisteva già: “Eravamo sempre molto indietro. Ora però in Europa hanno fatto un passo avanti. Paragono la mia velocità di tiro nella stagione olimpica a quella delle ragazze. Anche se io sono migliorata dopo, loro sono migliorate ancora di più. La maggior parte della Russia è rimasta allo stesso livello: un divario colossale. Perdiamo 40 secondi sui quattro poligoni: è irrealistico recuperare sugli sci un tale distacco. Per non parlare del fatto che le loro percentuali sono più alte.”
La causa principale di questa crisi? La mancanza di concorrenza: “Quando si compete con i più forti, si cerca di crescere per raggiungerli. In Russia, si può competere con i leader. Ma questo non basta per accedere alle competizioni internazionali.”
Le Olimpiadi, in quest’ottica, rappresenterebbero per gli atleti una chance impareggiabile di confronto con i loro colleghi stranieri; nel frattempo, nell’incertezza della situazione, esattamente come suggerito anche da Eduard Latypov bisogna solo studiarli e analizzarli da lontano.
“Analizzo con precisione gli indicatori tecnici delle gare internazionali. Io e mio marito registriamo spesso dei video e li analizziamo. Cerchiamo spunti nella loro tecnica di tiro, perché hanno una velocità di tiro così elevata. Osservo con attenzione come si comportano tecnicamente in pista. Ai Mondiali mi hanno sorpresa i giovani, come il francese Eric Perrot. È cresciuto molto e si è distinto. Ora inizia una nuova generazione, Perrot e Giacomel sono pronti a lottare con gli adulti. La squadra francese è cresciuta molto anche nel biathlon femminile. Ognuno potrebbe sostituire l’altro a ogni partenza. Vorrei anche menzionare la biathleta tedesca Franziska Preuss, che è stata molto stabile per tutta la stagione. Quando ho partecipato alla Coppa del Mondo, non era così costante.”