Nella splendida cornice di Palazzo Balbi a Venezia, nella giornata di ieri Milano Cortina 2026 ha svelato le medaglie che cingeranno il collo degli atleti che risulteranno i migliori nelle prove olimpiche e paralimpiche che tra febbraio e marzo si terranno nelle venue alpine italiane.
Uno che di medaglie se ne intende è sicuramente Johannes Hoesflot Klaebo, che nelle ultime due edizioni olimpiche, tra Pyeongchang 2018 e Pechino 2022 ha raccolto ben 7 medaglie nello sci di fondo e, dopo l’exploit dei Mondiali di Trondheim, con 6 medaglie su 6 in palio, ha portato a casa 6 ori, ed è pronto a ripetersi anche sulle piste della Val di Fiemme; un obiettivo, ambizioso ma non di certo irrealistico, che sarebbe storico per tanti motivi: su tutti, il record assoluto di medaglie vinte da un atleta olimpico in una sola edizione.
Ma per Klaebo, non è solo una questione di numeri. Interpellato dai canali social del CIO, ha raccontato proprio in occasione di questa giornata importante cosa sia per lui una medaglia olimpica. “Per me una medaglia olimpica è il simbolo di un sogno che diventa realtà. Rappresenta anni di duro lavoro e migliaia di ore di allenamento. Fin da quando ero bambino, le Olimpiadi sono state per me l’obiettivo definitivo, e ora mi sento davvero privilegiato ad essere in grado di guadagnarmi da vivere facendo sci di fondo, la cosa che amo di più al mondo.”
Il tema fondante dietro il design delle medaglie che verranno consegnate agli atleti durante i Giochi del prossimo anno, è l’importanza del lavoro di squadra: dietro l’atleta c’è un team di preparazione, tecnici, ma anche familiari e amici che non sono in pista o sul campo di gara, ma hanno contribuito a diversi livelli ad ottenere quel risultato. Ma chi è “l’altra metà” di Klaebo, chi è stato per lui così essenziale nel percorso per raggiungere i risultati ottenuti? “Mio nonno ha giocato un ruolo incredibilmente importante in queste medaglie. È stato il mio allenatore da quando avevo 15 anni e lo è ancora oggi, a 82 anni.”