La Lessinia in lacrime per la scomparsa di un uomo che è stato amatissimo e ha scritto delle pagine di storia dello sci di fondo per la comunità locale e per l’Italia.
Lo sci di fondo veneto piange Carlo Vito Scandola, allenatore che ha fatto crescere generazioni di atleti all’interno dello Sci Club Bosco e del Comitato FISI Veneto. “Preparato, appassionato, discreto, ha dato moltissimo a tutto il movimento degli sport invernali, veneto e italiano” ha scritto il comitato FISI Veneto.
Scandola si è spento ieri dopo aver combattuto a lungo contro un lungo male.
«È stato un grande – ha detto un visibilmente commosso Fulvio Valbusa – è stato il mio mentore, un padre, una persona che per me è stata fondamentale in tutto, non solo nella mia carriera agonistica. Un uomo di grandissimo spessore che mi mancherà».
Già anni fa, in un’intervista rilasciata a Fondo Italia per ripercorrere la sua carriera, l’olimpionico azzurro aveva ringraziato Scandola, il suo primo allenatore, per averlo “sempre seguito” perché lo “conosceva da sempre”.
Un legame forte tra i due, in quanto oltre ad essere stato il primo allenatore di Fulvio Valbusa, e della sorella Sabina, altra atleta che ha scritto pagine memorabili dello sci di fondo italiano, Scandola ha aiutato “Bubo” anche in un periodo difficile della sua carriera, rigenerandolo fino a prepararlo per la corsa allo storico oro della staffetta di Torino 2006.
Fulvio Valbusa ha poi aggiunto: «Ricordiamolo per la grande passione per il Fondo e per come se ne sia andato in silenzio. Il mio rapporto di amicizia con Vito posso definirlo con il significato della parola Philia per i Greci, un’amicizia reciproca e senza interessi, affine a me, una cosa che non si poteva non incontrare».
Oltre a Fulvio e Sabina Valbusa, per le mani di Scandola sono passati tanti altri atleti di alto livello usciti dalla località della Lessinia, tra cui anche l’olimpica Lucia Scardoni e Debora Roncari, ma anche una campionessa che ha fatto la storia dello sport italiano ma nella mountain bike, Paola Pezzo, che iniziò nello sci di fondo, arrivando una volta anche sul podio alle spalle di Stefania Belmondo.
Un uomo di sport, un allenatore appassionato, un educatore che sia nello sci club che nel Comitato Veneto ha sempre seguito il suo principio: “Il primo compito di un allenatore è formare delle persone”. A loro il compito ora di preservarne la memoria, tramandando gli insegnamenti ricevuti.