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Sci di fondo

Sci di fondo – L’allenatore della nazionale juniores Matteo Betta: “È importante che i giovani comprendano il processo di allenamento”

Al terzo anno alla guida della nazionale juniores in coppia con Stefano Corradini, Matteo Betta dirige un gruppo piuttosto rinnovato, con 7 maschi e 4 donne, nel quale si contano un totale di sette nuovi arrivi su undici componenti del gruppo.

La settimana scorsa, fuori dalla struttura sulle sponde del lago di Barrea, che è stata sede della nazionale azzurra per il raduno in Abruzzo, l’allenatore trentino ha risposto alle domande di Fondo Italia.

Partito da un resoconto del raduno in terra abruzzese, Betta ha presentato il nuovo gruppo azzurro, sottolineando quanto sia importante far arrivare gli atleti pronti al passaggio di categoria.

Iniziamo dall’attualità. Com’è andato il raduno tra Barrea e Castel di Sangro?

«Essendo la prima volta che venivamo qui, eravamo partiti con alcuni punti di domanda, come sempre quando si va in un posto nuovo. Voglio dire che grazie all’aiuto di Tommaso Tamburro e Alessio Giancola, perché siamo riusciti a pianificare al meglio il programma di allenamento in base alle nostre esigenze. Guardando l’entusiasmo dei nostri atleti in ogni allenamento, ho capito che stava uscendo fuori proprio un bel raduno. Abbiamo dormito in una bella struttura, abbiamo avuto una splendida accoglienza e una super cordialità, ma soprattutto abbiamo trovato delle strade bellissime per lo skiroll, con ottimo asfalto e non trafficate, contornate da un bel paesaggio. Con questo vallonato, le strade hanno delle pendenze simili a quelle norvegesi, sono diverse da quelle dell’arco alpino, dove solitamente o vai sul terreno piatto di una ciclabile, oppure fai i passi in salita per poi tornare in pulmino. È stato un bel raduno e mi auguro che torneremo qui in futuro, magari fermandoci anche qualche giorno in più».

Parliamo di questo nuovo gruppo formato da 7 maschi e appena 4 ragazze.

«Abbiamo ben cinque 2006 tra i maschi, perché questi ragazzi hanno dimostrato lo scorso anno di essere atleti che si impegnano e si allenano bene, tanto che Ferrari e Romano, le new entry, sono stati già portati con noi in FESA Cup. Abbiamo poi i due giovani Pedranzini e Pietroboni che si sono dimostrati ottimi atleti, anche nel loro appuntamento più importante, che erano gli EYOF. In quell’occasione sappiamo cosa ha fatto Pedranzini, ma anche Pietroboni ha dimostrato di valere la squadra nazionale.
Per quanto riguarda le ragazze, abbiamo una Marie (Schwitzer, ndr) ritrovata, dopo una stagione di alti e bassi per via di infortuni, concorso Carabinieri e malattie. Lei è maturata molto, si sta allenando bene ed è evidente la sua serenità. Poi abbiamo le tre giovani del gruppo che sono belle toste, hanno voglia di fare e migliorare. Questo rende facile il nostro lavoro da allenatori ed è bello dare loro una mano a crescere».

Sei degli 11 componenti del gruppo sono all’ultimo anno giovanile. Secondo voi qual è un elemento importante da lasciare loro in ottica futura, per adattarsi al meglio a ciò che verrà tra i senior?

«Come squadra junior abbiamo diversi obiettivi, tutti molto formativi, sfruttaando questi 1-2 anni per lanciarli nel mondo senior. Vogliamo vi arrivino con una buona consapevolezza del proprio corpo e della routine dell’atleta. Altra cosa importante è far comprendere loro il funzionamento di tutto il processo di allenamento. Lavoriamo tanto su questo aspetto, perché vogliamo si rendano conto delle motivazioni per cui è importante fare un certo tipo di allenamento anziché un altro, come va svolto in maniera corretta, perché si recupera in un certo modo, quali sono i ritmi giusti da tenere».

Cosa ha provato nel vedere una sua ex atleta, Maria Gismondi, entrare in top ten a Holmenkollen in Coppa del Mondo, già alla sua prima stagione senior?

«Grazie a Maria penso di essermi già emozionato diverse volte, anche a Planica quando vinse l’oro ai Mondiali Juniores. Per me è una grande soddisfazione vedere un’atleta che ha lavorato con noi ottenere questi risultati. Quando si lavora con un atleta giovane, si crea questo rapporto di fiducia reciproca che resta anche dopo. È emozionante quando i loro sogni da junior iniziano a concretizzarsi».

Parliamo del vostro gruppo, lo staff tecnico, che sembra essere davvero molto unito e solido.

«Credo che questo sia uno dei nostri punti di forza e ad anche gli atleti notano che siamo uniti, andiamo tutti nella stessa direzioni e rispettiamo i rispettivi ruoli. Paolo (Rivero, ndr) ci mette nelle migliori condizioni di allenare, organizzando tutto al meglio. Gli atleti sanno che possono rivolgersi a lui per tantissime questioni. Fabio (Pasini, ndr) fa è un autentico tuttofare ed è un punto di riferimento importante per gli atleti, perché fa tutto con competenza, passione e cuore. Mi confronto spesso con lui, perché un allenatore ovviamente ha un’idea propria, ma chiedere consiglio a un collega che come lui è ancora atleta e ragiona anche come tale, oltre che come allenatore, è fondamentale. Mi è stato tante volte d’aiuto».

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