In Norvegia continua a far discutere la presenza degli atleti della nazionale russa di sci di fondo in Italia per un periodo di preparazione. Il fatto che, dopo aver anche gareggiato alla Moonlight Classic nella passata stagione, Bolshunov si stia ora allenando in Trentino con i compani, viene visto come un chiaro messaggio da parte dello sci di fondo russo.
Come scritto da alcuni siti russi, la nazionale russa sta pianificando diversi raduni nell’Europa occidentale, dopo aver creato due scenari, originariamente chiamati Piano A e Piano B. I raduni nei paesi alpini di Italia, Germania e Austria fanno parte del Piano A. E poco prima dell’inizio della Coppa del Mondo in Finlandia, tutti gli atleti russi si recheranno in un ritiro di allenamento nelle foreste finlandesi, probabilmente Kuusamo e Muonio.
Insomma, la squadra russa si sta preparando come se dovesse prendere parte alla prossima Coppa del Mondo, nonostante di fatto gli atleti siano ormai esclusi dal finale di stagione 2022. In Norvegia stanno cercando di dare un significato a tutto ciò.
«C’è una disperazione di fondo, ma anche astuzia. Il tempo scorre troppo velocemente per loro – ha detto l’opinionista di NRK Jan Petter Saltvedt a TV2 – stanno cercando di prendere in mano la situazione in maniera offensiva e positiva, provando a far capire che ci sono, a prescindere da tutto».
Saltvedt ritiene sia quasi una sfida, capire fino a che punto possano spingersi: «È stato un successo che a Bolshunov sia stato permesso di gareggiare quest’inverno. Questo deve averli motivati. Ora vogliono vedere fino a che punto possono spingersi oltre i propri limiti».
La situazione al momento è infatti chiara, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha concesso ad alcuni atleti il permesso di partecipare come neutrali, ma questi devono soddisfare una serie di criteri. TV2 ha riferito di essere stata informata da componenti del CIO che la discussione non verte sulla possibilità per la Russia di partecipare, ma sul fatto che gli atleti con passaporto russo possano gareggiare come atleti neutrali.
La Federazione Internazionale di Pattinaggio (ISU) è tra quelle che hanno aperto le porte. La Federazione Internazionale di Sci e Snowboard (FIS) non lo ha fatto. «Il Consiglio FIS sta costantemente valutando e discutendo la situazione. Al momento, non esiste una tempistica definita per un chiarimento» ha dichiarato a TV2 il responsabile della comunicazione della FIS Bruno Sassi.
Gli atleti russi intanto sono felici di potersi allenare in Europa. «I vantaggi sono piuttosto evidenti – ha affermato Veronika Stepanova a TV2 – in Italia, si è vicini agli impianti che verranno utilizzati durante le Olimpiadi, che rappresentano il momento clou della prossima stagione. Si ha anche la possibilità di adattarsi alle condizioni locali».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il giovane talento Savelij Korostelev: «Non c’ero mai stato prima. Ci vuole tempo per adattarsi. Abbiamo anche avuto modo di allenarci nell’arena olimpica. Secondo me, questi viaggi sono importanti. Abbiamo partecipato a raduni in quota anche in Russia e Armenia, ma lì si percepisce una sensazione diversa di quota».
Ovviamente, quando l’inviato di TV2 Thomas Haarstad ha fatto notare a Stepanova, che in Norvegia la maggior parte degli opinionisti è contraria alla presenza degli atleti russi in Europa, l’atleta ventiquattrenne, al rientro post maternità, non si è tirata indietro.
«La mia opinione personale è che gli atleti negli sport internazionali non possano essere isolati – ha dichiarato l’olimpionica russa – è idiota e controproducente. Prima alcuni in Scandinavia se ne renderanno conto e abbandoneranno l’inutile resistenza alla partecipazione russa, meglio sarà per tutte le parti».
La risposta di Petter Soleng Skinstad, opinionista di TV2, non si è fatta attendere: «I russi sono ansiosi di mostrare i muscoli, anche se non è loro permesso partecipare. Questo non sorprende nessuno. Allo stesso tempo, questo è un riconoscimento del fatto che stanno iniziando a stancarsi di essere esclusi e che le condizioni di allenamento in Russia potrebbero non essere così buone come hanno affermato».
L’opinionista ha poi aggiunto: «Detto questo, penso che avrebbero potuto rimanere in Russia mentre la guerra era ancora in corso. Questa è una situazione in cui il Paese si è messo da solo. Ci devono essere conseguenze anche per la nazionale, che è strettamente legata allo Stato russo».
L’ex manager dello sci di fondo norvegese, Vidar Løfshus, non ha problemi con il fatto che gli atleti russi si stiano allenando nell’Europa occidentale, ma pensa che non torneranno a gareggiare: «Non mi sorprende che stiano pensando di partecipare alle Olimpiadi. Sappiamo cosa significano le Olimpiadi e gli ori olimpici per lo Stato russo. Non riesco a immaginare che la FIS cambi idea. È possibile che ad alcuni venga permesso di partecipare come atleti neutrali».
Saltvedt, invece, crede che i russi si impegneranno con tutte le loro forze per partecipare. «I russi stanno lavorando dietro le quinte per portare alcuni atleti. Hanno un atteggiamento più diplomatico e costruttivo di prima. Non credo che si arrenderanno prima della prima gara di qualificazione in Val di Fiemme».