“Ho deciso di ripeterlo perché l’hanno scorso era stata una bella sfida con me stesso e un ottimo allenamento. Quindi quest’anno ho voluto alzare ancora un po’ l’asticella e provare a renderlo più duro”. Per il secondo anno consecutivo Lorenzo Romano ha deciso di inserire una settimana di allenamento itinerante sugli skiroll, attraversando diversi passi alpini.
Dopo il giro dello scorso anno, tra le Alpi Franco-Svizzere, l’atleta piemontese del Centro Sportivo Carabinieri, ha deciso di ripetere la sua esperienza, denominandola “Tour de Skiroll”. Questa volta, però, ha deciso di farlo attraversando le Alpi Cuneesi, Francesi e Liguri.
«Rispetto allo scorso anno, il percorso è cambiato quasi interamente – ha detto Romano a Fondo Italia – siamo partiti più o meno dallo stesso punto, ma anziché andare verso nord est, ci siamo recati verso sud ovest, ripercorrendo alcuni colli dal versante opposto rispetto allo scorso anno e andando poi fino al mare. Abbiamo così scoperto posti magnifici che sono a due ore di macchina da casa e che non conoscevo, dove regnavano calma e tranquillità, permettendomi di fare skiroll in mezzo alla strada senza preoccuparmi minimamente delle macchine e del traffico».

Otto tappe nelle quali Romano ha percorso un totale di 800 km, con ben 25.000 metri di dislivello positivo, affrontando colli iconici delle Alpi del Sud, salendo oltre i 2000 metri sugli skiroll, per poi scendere in bicicletta. Colli dove sono state scritte pagine storiche dello sport, come il Fauniera, il Sampeyre, l’Agnello, l’Izoard, l’Allos, Les Champs, la Cayolle e la Bonette che con i suoi 2802 metri ha rappresentato la “Cima Coppi” del suo personale Giro.
Spostandosi poi a Sud nell’entroterra Nizzardo, l’azzurro del gruppo Milano-Cortina ha affrontato tappe molto suggestive. L’ultima parte del Tour de Skiroll prevedeva un rientro in Italia attraverso i Colli del Turini e di Braus per poi raggiungere la Liguria a Dolceacqua.
L’ottava e ultima tappa prevedeva una sorta di triathlon di 60 km e 2300 mt+ con prima parte in salita con gli skiroll fino a Monesi, un secondo tratto in bici fino a Viozene, per poi concludere di corsa salendo dapprima in cima ai 2630 metri del Mongioie per poi ridiscendere sul versante opposto fino al Pian Marchisio, in Alta Valle Ellero, dove si è concluso il suo tour.

«Grazie a questo tour ho potuto fare un enorme blocco di volume – ha raccontato Romano a Fondo Italia – per gli amanti dei numeri oltre 43 ore in 8 giorni (ride, ndr) che sono volumi che a casa, non riuscirei mai a fare, perché trovo noioso allenarmi sempre negli stessi posti. Qui c’era anche la scoperta di posti nuovi e la sfida con me stesso di arrivare in cima ad ogni colle, soprattutto riuscendo a gestire le mie energie durante la giornata e all’interno del tour».

Gestione che è stata fondamentale: «Il pericolo era di accumulare troppa stanchezza e perdere brillantezza e velocità, diventando macchinoso nella sciata e voler concludere a tutti i costi il giro. Per fortuna questo non è successo, mi sono gestito molto bene durante tutto il giro. Ho perso solo un etto – scherza l’azzurro – quindi mi sono alimentato bene. Inoltre, tra fascia cardio, sensore di temperatura corporea e misurazioni di lattato ho sempre mantenuto il giusto ritmo per permettermi di finire bene questo tour. Addirittura, se devo essere sincero, era già stato pianificato, mettendo le tappe più impegnative all’inizio (la prima 4300m D+ con 6 ore di skiroll solo in salita) e man mano diventavano più corte e meno dure. Infatti, con il passare dei giorni mi sentivo meglio e paradossalmente più riposato rispetto all’inizio».

Già lo scorso anno, Romano ha visto che questo blocco di allenamento ha portato i suoi frutti anche nella stagione invernale: «Oltre al blocco di volume, secondo me è stato utile per imparare a conoscermi ancora meglio e riuscire a gestire bene le energie, che è una cosa fondamentale durante le gare in inverno, in particolare a cronometro».

L’azzurro del gruppo Milano-Cortina è veramente felice di aver deciso di fare nuovamente questa esperienza. «Secondo me, se qualcuno ha la possibilità e la volontà di fare qualcosa di simile, è una splendida occasione per allenarsi conoscendo il territorio. Ovviamente non è facile né da svolgere fisicamente, né da organizzare logisticamente. Su quest’ultimo aspetto devo ringraziare mio padre Valéry, che ha pianificato tutto nei minimi dettagli. Dal percorso da seguire ai posti in cui dormire, trovando anche spesso ospitalità grazie alla sua fitta rete di amicizie. Bisogna poi sapersi anche adattare: i pranzi erano sempre picknik, il riposo pomeridiano era su un telo sopra il prato. Ma a me piace unire allenamento e avventura».

Otto giorni tra i colli delle Alpi del Sud che l’atleta di Demonte ha affrontato in accordo con Fulvio Scola, allenatore della Nazionale italiana di sci di Fondo Milano-Cortina 2026. «Un grande ringraziamento va proprio a Scola, che mi ha permesso di fare questo tour, inserendolo nel mio programma e pianificando insieme alcuni lavori e obbiettivi. Ringrazio inoltre il Centro Sportivo Carabinieri che mi sostiene sempre. Un ringraziamento va a Tommaso Custodero, che mi ha prestato alcuni strumenti per misurare i miei parametri durante gli allenamenti e a William Stua, per un super massaggio muscolare in quel di Imperia il penultimo giorno».
Ora, dopo alcuni giorni di meritato riposo, Lorenzo è con la squadra azzurra in raduno con il gruppo Milano Cortina 2026, al Dolomiti Apart & Rooms a Passo di Lavazè, dove proseguirà la preparazione estiva in vista della stagione olimpica.