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Biathlon , Interviste

Biathlon – Giuseppe Piller Cottrer ricorda Laura Dahlmeier: “Entusiasmo, passione e tanta umiltà. Aveva un sorriso contagioso”

Il gruppo degli opinionisti televisivi. Con Piller Cottrer e Dahlmeier anche Kaisa Mäkärainen

La scomparsa di Laura Dahlmeier ha colpito profondamente il mondo del biathlon. Non soltanto colleghe e colleghi, che l’avevano affrontata da avversaria e apprezzata fuori pista, oppure i più giovani e le più giovani che l’avevano vista come un’icona, un esempio da seguire.

Di Laura Dahlmeier hanno uno splendido ricordo anche coloro che con lei hanno condiviso il media center o il tracciato durante la ricognizione dedicata ai media, durante l’esperienza televisiva dell’ex biatleta, opinionista per la tv tedesca ZDF.

Tra coloro che hanno avuto modo di conoscerla in questo contesto vi è Giuseppe Piller Cottrer, che da opinionista della RAI si è trovato spesso a sciare con l’olimpionica del biathlon sui tracciati di Coppa del Mondo o Mondiali prima di una competizione.

«Non l’avevo conosciuta personalmente da atleta – ha raccontato l’ex atleta e allenatore sappadino a Fondo Italiama dopo il suo ritiro, quando aveva iniziato la sua collaborazione per ZDF. Ci trovavamo spesso sul tracciato nello slot riservato ai media per poter ispezionare la pista e vi era occasione di parlare e confrontarsi. Ricorderò sempre il suo grande entusiasmo, quel sorriso davvero contagioso. Era naturale presentarsi a lei sorridendo».

Un’atleta che in carriera aveva vinto tutto prima del suo ritiro prematuro. Eppure quel suo status da icona del biathlon, Laura Dahlmeier non lo faceva assolutamente pesare.

«Nonostante tutto ciò che ha fatto nel corso della sua carriera – ha detto il l’opinionista RAI – si è rivolta a me sempre con grandissima umiltà. Mi dava proprio l’impressione di una persona capace di affrontare le cose con intelligenza e leggerezza».

Caratteristiche che secondo Piller Cottrer hanno fatto la differenza anche nella sua carriera da atleta: «Prima delle gare parlavamo degli aspetti tecnici e abbiamo fatto anche delle chiacchierate sull’importanza del talento. Lei ne aveva tanto e ad esso aveva abbinato anche potenza, precisione e determinazione, ma anche quel sorriso che aveva già durante la sua carriera. Proprio quella sua leggerezza ha fatto tanto la differenza, quel piacere che provava nel gareggiare».

Non a caso, una volta che ha smesso di provare quel piacere, nonostante fosse tra le big del circuito e ci fosse la fila di sponsor, Dahlmeier decise di fare un grande passo indietro e di ritirarsi, dimostrando che il biathlon e la carriera non rappresentavano per lei tutto.

«Nelle nostre conversazioni – ricorda Piller Cottrerci siamo trovati a parlare anche delle Dolomiti, che conosceva piuttosto bene da guida alpina. Mi parlava delle vie che faceva e delle varie uscite che abbinava anche ai weekend in cui si trovava a seguire la Coppa del Mondo per ZDF. Si capiva che per lei lo sport era passione vera, vissuta con rispetto e naturalezza dentro e fuori le piste».

Una passione che Dahlmeier ha coltivato fino alla fine: «È anche difficile parlare ed esprimere il proprio pensiero rispetto a quanto accaduto. Sono davvero tanto dispiaciuto. La famiglia del biathlon ha perso una bellissima persona».

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