Marketa Davidova è una delle atlete che la scorsa stagione ha fatto sentire di più la sua mancanza, avendo saltato quasi tutta la stagione, inclusi i Campionati del Mondo di Lenzerheide, a causa dei problemi di schiena che l’hanno colpita ad inizio stagione dopo la vittoria nella prima sprint dell’inverno a Kontiolahti. Un fastidio che si protraeva da settimane e che la biathleta ha sopportato stoicamente facendo appunto registrare ottime prestazioni fino a che, al termine dell’inseguimento di Hochfilzen, chiuso al quinto posto, ha sentito formicolio alla gamba; a quel punto il medico della Nazionale ha ordinato il suo stop immediato e il rientro a casa per accertamenti, che hanno confermato la presenza di un’ernia del disco. Dopo aver tentato un trattamento conservativo, provando a rientrare in occasione della tappa di Coppa del Mondo di casa a Nove Mesto na Morave, alla fine si reso necessario un intervento chirurgico nel mese di marzo.
Ma come sta oggi Davidova? A giugno, per la prima volta dopo l’operazione, la biathleta ceca è tornata in squadra per intraprendere la preparazione in vista dell’inverno olimpico, partendo subito con un ritiro impegnativo di tre settimane ad alta quota tra l’Italia e la Svizzera andato molto bene, come riferito dall’allenatore della squadra femminile Lukas Dostal: “È stato un ottimo ritiro per Makula. Stiamo ancora facendo attenzione, ci stiamo consultando con gli esperti su tutto. Certo, ha dovuto apportare piccole modifiche in allenamento, ma sembrava davvero buona”.
La settimana scorsa la nazionale ceca ha concluso un nuovo blocco di allenamento italiano, a Livigno, a cui ha preso parte anche la 28enne: “Marketa è tosta” ha spiegato il preparatore atletico della squadra ceca, Jakub Procházka, a Bezky.net.
Tuttavia, l’attenzione non è mai troppa e il rischio di strafare va evitato a tutti costi. “Dobbiamo rallentarla. Si sta già allenando quasi al 100%, il che è positivo. Ma a volte la schiena inizia a dare segni di problemi. Ci lavoriamo costantemente perché il carico di allenamento è elevato. Forse siamo più attenti di lei. È il tipo di atleta che vuole sempre dare il massimo e riesce a tollerare il dolore. In ogni raduno abbiamo fisioterapisti o massaggiatori che monitorano costantemente come reagisce alle sessioni di allenamento e quando è necessario intervenire”.