“Partiamo da qui, dal fatto che le cose sono iniziate nel modo giusto in questa preparazione. Mi sento bene e lo riscontro in ogni allenamento, ma lo vedo anche in tante altre cose”.
È di buonissimo umore Francesca Franchi, quando ci risponde al telefono per l’intervista che avevamo concordato. Nelle ultime settimane la trentina delle Fiamme Gialle ha avuto ottime conferme sulla sua condizione atletica, ma anche dal punto di vista mentale è sempre più fiduciosa e motivata.
Risposte concrete arrivate nelle ultime settimane, a cominciare dalla bella prestazione ai Campionati Italiani di corsa in montagna, dove è giunta terza, qualificandosi anche per i Mondiali, ai quali non parteciperà perché quest’anno più che mai la priorità è per forza lo sci di fondo e le Olimpiadi in Val di Fiemme.
Poi un’altra bella risposta è arrivata sugli skiroll, in un test che ha visto la trentina impegnata a Lavazè con le compagne del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e le azzurre dei gruppi Milano Cortina 2026 e Juniores.
Dopo due stagioni davvero difficili, che hanno pesato sul suo stato d’animo, Franchi è ripartita dalla caserma delle Fiamme Gialle a Predazzo, seguita da Francesca Baudin.
E che le cose siano già cambiate dal punto di vista emotivo è evidente anche a noi, da quanto sia difficile scrivere stando al passo con la velocità con cui le parole escono velocemente dalla sua bocca, spinte fuori dal ritrovato entusiasmo, che finalmente si è rimesso al pari con la sua grande passione. È bello ritrovarla così.
«Sono state due stagioni proprio brutte – racconta Francesca Franchi – di quelle che ti buttano moralmente a terra, perché è durissima quando sei lontana dai risultati che speri nonostante tu ci metta tutto l’impegno possibile. Puoi accettarlo una stagione, cercare varie motivazioni, ma quando accade due anni consecutivi è proprio difficile da sopportare. Sei lì che devi ripartire e ricostruire sia fisicamente che moralmente, provare ad affrontare nel modo giusto i pre gara, quando sei agitata e sei lì che cerchi di convincerti che sarà la volta buona. È sempre una rincorsa. E quando rincorri qualcosa, significa che le cose non vanno».
Poi ci si è messa anche la sfortuna con l’infortunio alla spalla.
«L’ultima stagione era iniziata già male, poi le cose sono peggiorate a causa dell’infortunio alla spalla. È stato lo stesso problema avuto anche da Nicole (Monsorno, ndr), ma io lo avevo subito un mese prima, quindi avevo qualche speranza di recuperare in tempo per il Mondiale. Così ho avuto l’opportunità di decidere di non operare, provando a recuperare attraverso terapia ed esercizi. Volevo fortemente qualificarmi per Trondheim e vivere l’atmosfera Mondiale perché, come si è poi visto in tv, era uno spettacolo, figuriamoci a gareggiarci. Abbiamo provato ad accorciare i tempi, ma dopo Cogne ho capito che non era il momento giusto per rientrare e avrei avuto bisogno di più tempo per guarire».
Quindi non hai avuto alcuna operazione. Ora come sta la spalla?
«Si è riabilitata bene, perché alla fine abbiamo fatto le cose seguendo la loro tempistica. Devo ringraziare tanto la fisioterapista Lisa Cosi, che in passato seguiva lo sci alpinismo ed abita vicino casa mia. Con lei ho lavorato tanto sulla spalla ed ora mi segue anche nell’aspetto della forza in palestra. Inoltre sto facendo degli esercizi per migliorare tecnicamente nella corsa, perché sono inguardabile (ride, ndr). Questo si riflette anche nello sci di fondo. Lisa sta facendo un bellissimo lavoro, mi sprona molto. La ringrazio».
Quest’anno sei quindi ripartita dalla squadra di sede delle Fiamme Gialle.
«Si. Da loro ho sempre trovato aiuto ed accoglienza nei momenti di grande difficoltà, in particolare da Francesca Baudin e Fulvio Scola. Francesca è la mia allenatrice ed è sempre pronta a venirmi incontro, trovando gli aspetti giusti da migliorare. Inoltre mi capisce. È l’unica persona con cui riesco a condividere proprio tutto anche nei momenti di difficoltà. Per questa stagione ci siamo date due parole d’ordine: trasparenza e leggerezza. La prima perché devo aprirmi il più possibile su eventuali difficoltà e dubbi riguardo l’allenamento. La seconda perché devo affrontare le cose con serenità e sorriso, che danno quella marcia in più e fanno vedere le cose in modo positivo».
Su cosa state lavorando?
«Stiamo cercando di ricostruire non soltanto la parte fisica ma anche il mio modo di approcciare la gara, credendo di più in me stessa. Finora ho avuto riscontri positivi, significa che le cose stanno andando bene. Inoltre con Francesca (Baudin, ndr) c’è anche Luca Del Fabbro, che è passato nello staff tecnico. Avere il punto di vista e l’aiuto di un atleta forte come lui, fa tanto la differenza».
Ti alleni con la squadra di sede, ma sei stata inserita nel gruppo aggregati della nazionale. Significa che Cramer crede ancora molto in te.
«Dopo le difficoltà avute nelle ultime stagioni, essere inserita in squadra A da aggregata mi ha resa veramente felice. So che Markus ha sempre avuto fiducia e stima nei miei confronti, e il fatto che l’abbia ancora mi fa enormemente piacere. Ci continuiamo a sentire. È sempre super disponibile se ho qualche problema. Lo ringrazio della possibilità che mi ha dato, perché essere aggregata è un aiuto, anche perché ti senti tenuta in considerazione. E poi sono pur sempre stata inserita nello stesso gruppo di Francesco De Fabiani e Anna Comarella, insomma atleti che negli ultimi anni hanno dato tanto».
Quale sarà la tua marcia di avvicinamento all’inverno?
«I prossimi appuntamenti saranno i Campionati Italiani Estivi di Pinzolo, poi si vedrà. Ci saranno sicuramente i 3000 metri di Feltre e il GP Sportful, che daranno risposte sulla preparazione e sulla mia condizione, anche mentale, perché è importante riprendere la routine indossando il pettorale. Alla fine sono due anni che non faccio delle gare come si deve. Sarà importante trovare la giusta routine per partire a dicembre con il mood giusto come approccio alla gara. Intanto siamo qui e lavoriamo bene. Ho profonda stima e fiducia in Francesca e dei suoi consigli».
In realtà, hai già indossato il pettorale e fatto anche piuttosto bene, giungendo terza nei Campionati Italiani di corsa in montagna.
«Era un ambiente che frequentavo da junior, infatti ho rivisto tante vecchie facce. Alla fine anche questo aiuta a ricostruire e far crescere la fiducia, ma soprattutto questa gara mi ha dimostrato che stare bene aiuta anche a fare le gare. Devo ringraziare tanto Simone (Mocellini, ndr), che mi ha spinta a iscrivermi a questa competizione, sapendo che in passato avevo frequentato questo ambiente. Ha organizzato tutto lui, si è studiato il dislivello e ogni curva del percorso. Siamo andati lì assieme, ha voluto accompagnarmi ed era più agitato di me. Alla fine era felice di come ero andata e aveva quel suo bel sorriso positivo che tutti conoscete. È stata proprio una bella giornata».
Ti sei anche qualificata per i Mondiali.
«Si terranno a fine settembre in Spagna, vicino a dove oggi vive Magda Genuin. Io non andrò, mi dispiace ma è giusto concentrarsi sull’obiettivo invernale e le due cose quest’anno non si potevano conciliare. Chissà, magari in futuro ci riproverò».
In questi due anni davvero difficili, cosa ti ha spinto ad andare avanti?
«So che sembra banale, ma la tanta passione e il grande amore per questo che ho la grande fortuna di chiamare lavoro. Poi ho imparato che per andare avanti in un periodo negativo bisogna cercare quel positivo che ti dà la forza di proseguire».
A proposito di cose positive. Lo scorso anno si sono visti ottimi risultati da parte di diverse atlete, per altro provenienti da gruppi di lavoro diversi. Un bel segnale.
«Si, è importante vedere fare bene delle ragazze che hanno svolto preparazioni diverse e con le quali mi sono spesso allenata assieme negli anni, come Nicole (Monsorno, ndr), Cate (Ganz, ndr), Federica (Cassol, ndr), ma anche Maria (Gismondi, ndr), che magari conosco meno essendo lei molto più giovane. Ciò mi fa dire che allora posso provarci anche io, come era stato utile alle altre quando ottenni la top ten ai Mondiali di Planica e le mie compagne erano felici per me dicendomi che ero stata di ispirazione. È bello vedere una giovane come Maria ottenere un risultato del genere, con quell’entusiasmo che ha. Credo che possiamo lavorare tanto come gruppo e crescere come tale, perché è possibile ottenere risultati buoni. Dobbiamo lavorare nel modo giusto e non darci mai per vinte, provando a dare sempre il massimo».
Proprio vicino alla vostra caserma, a Predazzo, sono presenti i cinque cerchi olimpici. Pensi tanto ai Giochi di Milano Cortina che si terranno proprio a pochi chilometri da lì?
«In realtà al momento non ci penso. Ora sono solo concentrata a prepararmi al meglio, senza troppi pensieri. Poi certamente, quando arriverà la neve e li vedrò preparare le piste di Lago di Tesero, inizierà a salire l’adrenalina pensando al sogno di un’Olimpiade a un’ora da casa, con amici e famigliari che possono essere lì, qualcosa di unico».