Si attendevano novità in questi giorni ed eccole giungere puntuali. La FIS ha da poco reso noti gli esiti delle indagini legate allo scandalo tute che coinvolge la nazionale norvegese di salto con riferimento a quanto accaduto a Trondheim 2025, decretando il rinvio a giudizio degli atleti Marius Lindvik e Johann Andre Forfang e dei membri dello staff Magnus Brevig, Thomas Lobben e Adrian Livelten. Una situazione che prefigura, se la sentenza del Comitato Etico FIS dovesse appurare la colpevolezza, il serio rischio di squalifiche che impatterebbero in maniera decisiva sul futuro degli atleti. A pochi minuti dalla notizia, a esprimere la posizione della Federazione Norvegese è il responsabile del salto Jan Erik Aalbu.
Il responsabile norvegese si dice decisamente non in linea con quanto deciso dalla FIS: “Abbiamo ascoltato i nostri atleti e crediamo a loro quando affermano di non essere a conoscenza della manipolazione delle tute. Non ci sono prove che fossero a conoscenza della manipolazione effettuata. Pertanto, non siamo d’accordo con la valutazione della FIS secondo cui vi siano i presupposti per intentare una causa contro Forfang e Lindvik, ma rispettiamo la procedura”. Raggiunto poi da NRK, Aalbu si conferma ottimista sul fatto che la sentenza, che arriverà almeno 30 giorni dopo le audizioni a cui saranno sottoposti i 5 accusati, possa portare a sancire l’estraneità degli atleti ai fatti di manipolazione delle tute: “Siamo ben lontani dal rinunciare e abbiamo grande fiducia nel fatto che avremo tutti gli atleti al loro posto quando inizierà la stagione, quindi vedremo come si svilupperà. Voglio solo esortare tutte le parti a comprendere che la questione è urgente”.
Ferma e dura la presa di posizione delle più alte carica e della Federazione Norvegese di Sci, espressa in un comunicato dal segretario generale Ola Keul: “Abbiamo avuto una collaborazione costruttiva con la FIS e l’investigatore indipendente. Allo stesso tempo, sosteniamo la nostra posizione secondo cui è sbagliato intentare una causa contro gli atleti. Riconosciamo che la FIS la pensa diversamente e perseguirà il caso, e ne terremo conto. Sia la NSF che gli atleti, tramite i loro avvocati, presenteranno le loro opinioni alla FIS. Utilizzeremo questo processo per promuovere le nostre opinioni e siamo fiduciosi che la certezza del diritto sarà salvaguardata”.
Più diplomatico il commento della presidentessa della NSF Tove Moe Dyrhaug, che è anche membro del Consiglio della FIS: “La Federazione Sciistica Norvegese prende chiaramente le distanze da qualsiasi forma di imbroglio o manipolazione. Saremo un modello di fair play e tutti i nostri atleti e dipendenti sono tenuti a rispettare scrupolosamente il regolamento. Vorrei sottolineare che continuiamo a nutrire piena fiducia nelle spiegazioni di Lindvik e Forfang e che non erano a conoscenza della manipolazione delle tute da salto”.
Secondo quanto riportato da NRK e TV2, le squalifiche raccomandate dalla FIS sarebbero di 3 mesi per gli atleti e di ben 18 mesi per i tre membri dello staff incriminati. Sono invece sollevati da tutte le accuse gli altri tre atleti coinvolti nella prima tranche di squalifiche – già revocata – Kristoffer Eriksen Sundal, Robin Pedersen e Robert Johansson.