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Sci di fondo

Sci di fondo – Giovanni Ticcò: “Mi dico bravo per quanto fatto fin qui, ma ora serve un passo avanti per puntare più in alto”

È stato tra i fondisti azzurri che nella passata stagione hanno fatto il maggior salto di qualità. Giovanni Ticcò è riuscito prima a qualificarsi per i Mondiali e dopo anche a prendersi il posto in staffetta con una gran bella prestazione nell’individuale da 10 km a tecnica classica, alla quale nemmeno avrebbe dovuto partecipare.

Quest’anno il poliziotto della Val di Fassa non è salito in Squadra A ma, d’accordo col dt azzurro Markus Cramer e l’allenatore del gruppo Milano Cortina Fulvio Scola, ha deciso di lavorare in estate con la squadra dello scorso anno.

Dopo anni da giovane del gruppo, questa estate Ticcò si trova a essere uno dei fari della squadra azzurra, assieme a Gabrielli, Romano e Mocellini.

«Siamo quasi a metà della preparazione, che sta procedendo molto bene – ha detto l’azzurro a Fondo Italiae nei primi raduni si è creato subito un bel gruppo. Sono contento di restare in questa squadra, in modo da dare continuità al lavoro fatto con Fulvio Scola negli anni, nei quali mi sono trovato sempre meglio. Nel gruppo sono entrati anche altri tre giovani. Se penso che due o tre anni fa ero il più giovane della squadra ed ora sono tra i più esperti, mi sento quasi un vecchietto. Nonostante la differenza di età, si è creato un gruppo bello omogeneo, unito dentro e fuori dall’allenamento. Ci completiamo bene in ogni aspetto. Sono proprio contento di come stanno procedendo le cose, anche fuori dai raduni, perché nei periodi in cui non sono con la squadra, ho la fortuna di avere le Fiamme Oro che mi seguono per gli allenamenti a casa. Ci tengo a ringraziarli».

Nella squadra hai anche chi ha più esperienza di te. Quanto è importante la presenza di Romano, Gabrielli e Mocellini?

«Al di là dell’esperienza, sono molto importanti anche per le loro caratteristiche individuali. Romano è un distance puro, mentre Gabrielli e Mocellini sono molto competitivi nelle sprint. Il Moce è tornato a gamba tesa, subito bene, in tempo zero ha iniziato a dire immediatamente la sua».

Come Hellweger lo scorso anno, fai parte del gruppo Squadra A sprint, anche se in realtà sei un fondista competitivo in diversi format.

«Si, anche se rispetto a Hellweger resterò con questo gruppo fino alla fine della preparazione, proprio per dare continuità fino in fondo. Ovviamente, pur essendo inserito nei quadri tecnici come Squadra A sprint, mi considero un atleta polivalente, che cerca di ottenere risultati in tutti i format».

Cosa ti ha lasciato la bella esperienza al Mondiale di Trondheim?

«Ogni tanto ci ripenso e credo mi abbia lasciato tanto, perché ritengo di aver fatto un bello step mentale. Non capita tutti i giorni di fare il lancio per l’Italia in un Mondiale, in particolare nell’ultimo di Pellegrino. È qualcosa che ha il suo peso e credo di averla gestita anche bene. Inoltre non ero arrivato in Norvegia con l’obiettivo di disputare gare a tecnica classica. Penso proprio che se mi guardo indietro, mi rendo conto di quanto conti credere tanto nel processo di allenamento e crescita. Perché al di là di tutto, alla fine in pista conti tu e come reagisci a quello che ti accade».

A proposito di Pellegrino. Lo scorso anno ti allenasti con lui. È qualcosa che ripeterai?

«Si, andrò da lui proprio tra pochi giorni, appena dopo Ferragosto. Ho un ottimo rapporto con Chicco e visto che è il suo ultimo anno, finchè posso cerco di sfruttare al massimo la sua presenza, visto l’atleta che è. Inoltre con lui ho un rapporto molto sincero, un confronto vero».

Alla rotonda di Predazzo, non distante da casa tua, ci sono i cerchi olimpici a ricordare le Olimpiadi che si svolgeranno in Val di Fiemme tra pochi mesi. Quanto ci pensi?

«Inutile nasconderlo, ci penso tanto. L’obiettivo sono le olimpiadi, tutti vogliono esserci e così anche io, voglio andare lì per fare bene. Al momento mi concentro soltanto sul prepararmi al meglio, spinto dalla voglia di esserci. Poi in inverno vedremo se sarà bastato, se sarò tra i sei azzurri presenti. La voglia è tanta, anche troppa a volte, tanto che bisogna trattenersi».

Essere inserito nei quadri come Squadra A nella stagione olimpica, cosa significa per te?

«Vuol dire che quello che ho fatto ha avuto un peso ed è stato riconosciuto. Ciò mi fa molto piacere e mi rende orgoglioso, ma con la voglia di confermarlo e migliorarlo. Ciò mi fa venire voglia di dirmi bravo per quanto fatto fin qui, ma ora serve quel passo avanti in più, perché si può puntare più in alto».

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