Sono ormai trascorsi oltre 14 anni da quel 5 luglio 2011 in cui perdeva la vita Mika Myllylä, iconico fondista finlandese degli anni 90’, venuto prematuramente a mancare a 41 anni in circostanze misteriose. Ora, quando molto tempo è trascorso da quell’episodio tanto eclatante quanto enigmatico, la pubblicazione di un libro giunge a fornire nuovi dettagli sulla vicenda della morte di Myllylä.
Da pochi giorni, infatti, in Finlandia è stato pubblicato un testo intitolato “La vita di Mika Myllylä” e redatto dal saggista sportivo Mika Wickström nel quale sono stati offerti nuovi dettagli riguardo alle circostanze del ritrovamento del corpo di Myllylä e alle cause della sua dipartita. Per molto tempo si era infatti parlato della sua scomparsa evocando un “incidente domestico” non meglio specificato, circostanza che aveva contribuito ad infittire l’alone di mistero che già accompagnava la vicenda.
Le verità svelate da Wickström, seppur parziali e sicuramente non risolutive, contribuiscono a fare maggiore chiarezza. Secondo quanto scritto nel libro, Myllylä era stato ritrovato sulla poltrona di casa sua – nella località di Kokkola – con in dosso la sua giacca. La causa della morte del finlandese, nello specifico, sarebbe da attribuire a un cocktail di alcol e droghe che avrebbe provocato un arresto cardiaco.
Dettagli che ben si inseriscono nel quadro generale che si dipinge di quegli anni della vita di Myllylä. Da tempo, infatti, il finlandese si trovava alle prese con gravi dipendenze da alcol e droghe, da aggiungere a forte uso di psicofarmaci prescrittigli per curare ansia e depressione. Quel che tuttavia non emerge in maniera trasparente sono il come e il perché alla base dell’episodio fatale: che sia stata un’ingestione consapevole di quantità eccessive? Fu lui stesso a ingerirle o gli furono somministrate da altri?
Ad oggi non esistono risposte certe a queste domande e, nonostante il nuovo libro contribuisca a schiarire un po’ le nubi, rimangono numerosi interrogativi sulla scomparsa di Myllylä. Anche perché, si legge, nelle settimane precedenti alla sua morte lo stesso finlandese aveva manifestato alla sorella Pia la volontà di fare testamento, sintomo che sapesse che la sua vita avrebbe potuto interrompersi in maniera brusca da un momento all’altro. Non a caso, Myllylä era armato ed era stato coinvolto in diversi episodi legati a risse tafferugli, oltre ad essere incastrato in pesanti debiti frutto proprio delle sue dipendenze.
Una fine tragica per colui che era nato e cresciuto come un vero e proprio mito e idolo sportivo in Finlandia. Negli anni ‘90, infatti, Myllylä aveva fatto innamorare migliaia di appassionati a suon di vittorie, portandosi a casa 6 medaglie olimpiche (1 oro, 1 argento, 4 bronzi) e 9 mondiali (4 ori, 3 argenti, 2 bronzi). Una carriera brillante, macchiata nel 2001 dallo scandalo doping che aveva coinvolto la Finlandia durante i Mondiali di casa a Lahti, con Myllylä tra gli atleti risultati positivi. Un episodio che mise in dubbio tutto ciò che aveva fatto precedentemente e che contribuì, insieme anche alla separazione del 2007 con l’amata moglie Suvi, a gettare Myllylä nel baratro che lo portò fino alla tragica morte a soli 41 anni.