È questo, per gli atleti, il momento più importante della stagione di preparazione: dopo aver posto le basi per la resistenza, ora è tempo di lavorare sulla forza e sull’intensità. A meno di 200 giorni dalle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, i biathleti norvegesi, orfani dei fratelli Boe, ma con ancora il pettorale giallo tra le loro fila e un numero impressionante di atleti pronti a farsi avanti per conquistare il podio fin dalle prime gare della prossima stagione invernale, hanno messo in piedi un allenamento piuttosto particolare che unisce l’ulite al dilettevole, cercando di uscire dalla routine delle classiche sessioni di allenamento.
Pochi giorni dopo la fine del Blinkfestivalen il vincitore della Sfera di Cristallo, Sturla Holm Laegreid, Vetle Christiansen ed Endre Stromsheim, campione iridato della Mass Start di Lenzerheide, sono partiti da Oslo in biclicletta per un percorso di 120km della Nordmarka dove ad attenderli c’erano anche sei salite impegnative da scalare … a piedi. Laegreid, con qualche problemino al ginocchio, è stato più in bici rispetto ai compagni, ma per tutti e tre, laddove il tempo previsto si aggirava inizialmente tra le 8/9 ore, alla fine il viaggio totale ha avuto una durata di ben 11 ore (con 8 ore e mezza di allenamento effettivo)!
Un esercizio estremo ma che sono convinti possa portare loro grandi vantaggi, come spiega Christiansen a NRK: “Pensiamo che sia divertente, ma non lo facciamo senza un motivo. Lo facciamo perché sia utile in inverno. I vasi sanguigni più profondi nei tessuti aiutano a trasportare l’ossigeno, e questo richiede tempo e quindi bisogna allenarsi a lungo. Sono ore di allenamento economiche, sviluppano la resistenza ed è anche un’attività per socializzare.”
Laegreid ricorda quando sia importante uscire dalla routine durante la preparazione. “È fantastico variare il modo di allenarsi, perché non tutte le sessioni sono due ore di ciclismo o tre ore di skiroll con tiro” afferma Lægreid; anche Stroemsheim, noto per i suoi allenamenti estremi, concorda con il compagno di squadra: “Alcuni giorni devono essere dedicati specificamente al biathlon, ma è meraviglioso avere sessioni come queste.”
Oltre all’approvazione del loro tecnico, Egil Kristiansen, una base importante di questa avventura è stata una particolare attenzione all’alimentazione, studiata con un nutrizionista. “Probabilmente bruciamo tra le 5.000 e le 8.000 calorie in una sessione del genere, quindi c’è molto zucchero. Lefser (pane morbido della cucina norvegese, ndr), skoleboller (dolce norvegese con crema), cioccolato, bibite e tutto il resto” ha spiegato Stroemsheim “possiamo mangiare un chilo di zucchero puro in una sessione così lunga. Non è una cosa da consigliare a chi sta sul divano, ma qui nella foresta fa bene.”