Oggi, 22 agosto, Laura Dahlmeier avrebbe compiuto 32 anni. L’ex biathleta tedesca avrebbe quasi certamente passato la giornata tra le sue amate montagne; tre settimane fa però, un fatale incidente sul Karakorum (Pakistan), ha strappato agli affetti e alla famiglia del biathlon una delle sue stelle più brillanti. Lo shock è ancora profondo tra chi l’ha conosciuta e ha avuto modo di stare a stretto contatto con lei.
Impossibile dimenticarla o lasciare andare il dolore per l’ex compagna di squadra Franziska Preuss. La vincitrice della Coppa del Mondo e medaglia d’oro agli ultimi mondiali di Lenzerheide, ha ricordato la compagna di squadra in occasione di una giornata per le famiglie a Reisbach, nella Bassa Baviera, organizzata dalla DVS (Federazione Tedesca di Sci), a cui ha preso parte assieme al compagno, l’ex biathleta Simon Schempp.
“Non riesco ancora a capacitarmi della morte di Laura. In inverno, ci renderemo ancora più conto che non c’è più. Penso a lei costantemente” ha ammesso la biatleta, intervistata da Bild e BR24Sport . Uno dei ricordi per lei più profondi resteranno i Campionati del Mondo del 2015 a Kontiolahti , quando le due hanno vinto medaglie insieme che, dice, “ci hanno davvero unito”.
Per Schempp, che con Dahlmeier ha assistito da vicino al doppio oro olimpico della bavarese durante le Olimpiadi invernali del 2018 a Pyeongchang, ha parlato di “sogni d’infanzia che lì si sono avverati per noi”. Dopo il ritiro, ricorda il 36enne, Dahlmeier “ha seguito la sua strada e ha fatto ciò che voleva” ma il rammarico, vista la sua giovane età, ovviamente è forte: “Ciò che mi rattrista di più è pensare a tutto il resto che Laura avrebbe potuto sperimentare”.
Negli ultimi giorni, anche la famiglia si è fatta sentire. Susi Dahlmeier, la madre di Laura, ha pubblicato su Instagram una foto di una collana (la donna ha un piccolo laboratorio di bigiotteria) con motivi di montagne, una stella cadente e una “L” curva. La didascalia recita: “Un ponte per il paradiso”, simbolo di un legame che non si spezzerà mai, anche se non è stato possibile darle un ultimo saluto. Ricordiamo infatti che, secondo le volontà dell’ex atleta, che si dopo il ritiro dal biathlon si era dedicata all’alpinismo, le sue spoglie avrebbero dovuto essere recuperate solo a condizione di non mettere a repentaglio l’incolumità dei soccorritori. Al momento, dunque, il Laila Peak rimane ancora il luogo del suo riposo.
