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Sci di fondo

Sci di fondo – Skistad, il rifugio di Konnerud per ripartire dall’oro mancato verso l’obiettivo olimpico

La preparazione per la prossima stagione di Kristine Stavås Skistad si sta svolgendo di consueto nella sua Konnerud, dove ha ritrovato la sua forma migliore dopo anni difficili all’interno della Nazionale e ama condividere la sua esperienza con i giovani allievi dello sci club locale.

L’emittente norvegese TV2 ha avuto il privilegio di poter assistere ad una di queste sessioni, una rara occasione da prendere al volo visto che la norvegese è particolarmente restia a incontrare i media. Nell’intervista la 26enne parla della delusione ai Mondiali, del perché venga spesso fraintesa e di come sia gestire gli obblighi di un’atleta di élite e il desiderio di stare lontana dai riflettori.

“Quello che è successo quest’inverno non è dimenticato” mette subito le mani avanti, parlando dei Mondiali di Trondheim e di quella medaglia d’argento che le è bruciata più di tutto. Quella reazione scomposta in occasione della sprint, quando è rimasta a lungo a terra, con la testa bassa, mentre gli eterni avversari svedesi gioivano della vittoria di Jonna Sundling, è stata fraintesa. Dietro, infatti, non c’era solo la delusione, ma anche il crollo dopo mesi difficili, a partire dall’autunno, quando un intervento chirurgico all’addome aveva rischiato quasi di compromettere la sua presenza al Mondiale.

A difenderla però ci pensa il suo tecnico, Lage Sofienlund, che respinge ogni critica: “Credo che in Norvegia dovremmo essere più generosi. Se hai lavorato anni per un obiettivo e non lo raggiungi, non possiamo pretendere che l’atleta si esprima perfettamente e in modo politicamente corretto un quarto d’ora dopo la gara, con un microfono in faccia. Dovremmo apprezzare la sincerità e l’autenticità, anche se si mostra delusione e dolore. Siamo troppo rapidi a giudicare ciò che succede quando l’adrenalina ribolle all’arrivo, invece di osservare le persone nel loro contesto quotidiano, dove sono rappresentanti fantastici del loro sport.”

E nel contesto quotidiano, quello del suo sci club dove si rifugia da aprile a novembre, Skistad dimostra di essere un’altra persona, rispetto a quella che sfida le atlete in pista con sfottò e gesti non sempre graditi o ha difficoltà a rapportarsi con i media, talvolta passando anche per arrogante. (Quando ha lasciato la Nazionale, ndr) ho imparato che dovevo fidarmi di me stessa, e fare ciò che sentivo mi rendesse migliore. Nessuno lo sa meglio di te. L’ambiente e il programma che abbiamo qui sono molto speciali. Mi basta uscire di casa e ho tutto ciò che mi serve”.

A Konnerud ha costruito la sua routine di allenamento, con meno viaggi e sessioni adatte al suo corpo e alle sue esigenze. Anche se ufficialmente è tornata in Nazionale, di fatto si tratta soprattutto di una collaborazione commerciale fuori stagione. Fosse per lei, però, farebbe volentieri a meno della maggior parte delle apparizioni pubbliche e del clamore mediatico; sono impegni che il suo status impone, in un certo senso, ma dopo alcune esperienze negative durante la stagione del suo esordio, si è resa conto di quanto le pesi. “Sono una persona riservata. Condividere certe cose non è nella mia natura.” sintetizza.

Per la stagione olimpica, l’obiettivo è naturalmente definitivo: occhi puntati sulla sprint in Val di Fiemme. “È chiaro che la sprint sarà il grande obiettivo.”

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