Questo fine settimana la squadra azzurra (ad eccezione di Dorothea Wierer che sta affrontando un diverso programma di allenamento, una decisione presa già da tempo) sarà al via dei Campionati Italiani estivi ad Anterselva, nell’Arena Alto Adige che ospiterà, il prossimo febbraio, le gare di biathlon Olimpiadi di Milano-Cortina. Un grande antipasto di ciò che vedremo il prossimo inverno, grazie alla presenza di grandi nomi del biathlon internazionale che sfrutteranno quest’occasione come importante test della propria preparazione di fronte al poligono a cinque cerchi della località altoatesina.
Per questo appuntamento, ma in generale per la prossima stagione, gli azzurri si stanno preparando con con professionalità ma anche leggerezza, con l’obiettivo di rappresentare al meglio l’Italia in casa e il sogno di poter festeggiare qualcosa di importante. Questo è lo spirito con cui i media dell’IBU vengono accolti a Forni Avoltri, qualche settimane fa, in occasione del raduno di inizio agosto della squadra maschile (a cui come d’abitudine prende parte anche Wierer), per documentare il lato più autentico della squadra: quello fatto di duro lavoro, concentrazione e dedizione, ma anche amicizia sincera. Wierer, Tommaso Giacomel e Didier Bionaz, assieme ai tecnici Andrea Zattoni e Fabio Cianciana concedono ai media della Federazione Internazionale degli spunti di riflessione sulla stagione forse più importante della loro carriera.
Volto del biathlon italiano nel nostro Paese e all’estero per molto tempo, quelle che andranno in scena tra meno di 200 giorni saranno delle Olimpiadi da non dimenticare per Wierer, che chiuderà la sua carriera con le gare a cinque cerchi. Per l’altoatesina, che ha già vissuto in casa un grande evento da assoluta protagonista – i Mondiali di Anterselva 2020 – questo periodo si sta rivelando particolarmente intenso. “Ci sono pro e contro nel sapere che il mio orologio è impostato su quell’obiettivo . Non vedo l’ora, perché è un evento unico, e non molti atleti hanno la possibilità di competere in un’Olimpiade a casa, proprio dove sono è cresciuta e si ho messo gli sci per la prima volta. È meraviglioso poter chiudere la mia carriera così, non è vero?”
Da icona dello sport azzurro, però, come ogni anno, gli impegni extra-sportivi hanno reso più complicata la preparazione. “Con i Giochi in casa, tutti hanno qualcosa da chiederti, quindi devi anche gestire i tuoi impegni. Ho scelto di concentrarne la maggior parte in primavera, quindi a maggio mi sono allenata pochissimo – circa 30 ore, che alcune fanno in una settimana! Poi ho iniziato ad allenarmi sul serio a giugno, ma le cose stanno andando bene. Non è facile, perché sento che questo è un anno speciale, e anche molto faticoso da questo punto di vista”.
Per il suo compagno di squadra Giacomel, non c’è dubbio che la veterana stia facendo di tutto per essere pronta per l’ultima danza che l’attende nella sua Anterselva: “Dice che sta contando i giorni. Onestamente, per ora la vedo bene, e spero che continui così. È sempre la stessa, si lamenta sempre, e questo è un buon segno!”
A proposito del supertalento delle Fiamme Gialle, un’estate in piena fiducia è quella che sta sperimentando, forte degli ottimi risultati della passata stagione. Il 25enne incarna in maniera perfetta l’approccio al grande impegno che li aspetta: la consapevolezza del proprio potenziale, costruito in anni di duro lavoro. “Mi sento bene. Credo che sarebbe più difficile se fossi un outsider. Se fossi un outsider, avrei bisogno di qualcosa di straordinario per raggiungere una medaglia. Invece, so di essere tra i favoriti, quindi sono tranquillo, perché se faccio le cose bene, i risultati arriveranno. A dire il vero, guardo anche più alla Coppa del Mondo generale che alle Olimpiadi”.
Chi invece mantiene un approccio più distaccato è invece il valdostano Bionaz, reduce da un inverno più difficile, concluso in anticipo: “Anche se è una domanda che ci viene posta spesso non ci penso molto, sinceramente. È qualcosa che capita una volta nella vita, non tutti hanno la possibilità di gareggiare in un’Olimpiade in casa. Ma onestamente, ora non ci penso. Le mie aspettative sono principalmente di tornare a fare quello che so fare. Quindi, per il momento, la sto vivendo come una stagione come le altre”.
Per coach Zattoni, che cura l’aspetto atletico della preparazione, uno dei motivi della grande serenità sta nella costanza del lavoro svolto finora, senza problemi: “Nessun infortunio o malattia che ci abbia costretto a ridurre le giornate di allenamento. Quindi, nel complesso, tutto è stato positivo fino ad ora e speriamo di continuare così. Il nostro obiettivo è sempre quello di lavorare sodo e dare il massimo. Finché non si arriva al grande evento, la pressione è costante, come in qualsiasi altra stagione. Aver elaborato un piano di allenamento molto simile a quello dell’anno scorso dà fiducia a noi, come allenatori, ma anche agli atleti, perché la scorsa stagione abbiamo visto che le cose hanno funzionato bene”.
Anche Cianciana, allenatore del tiro, è sulla stessa linea: “Non ho avvertito alcuna tensione. Penso che siamo abbastanza pronti. L’anno scorso abbiamo attraversato un dicembre e le prime due settimane di gennaio molto difficili, e poi siamo riusciti a uscire da quel periodo buio. Penso che quell’esperienza possa aiutarci a gestire la pressione che arriverà alle Olimpiadi”. Grande punto di forza della squadra, e che certamente sarà d’aiuto quando le aspettative di un’intera Nazione si riverseranno su di loro, è lo spirito di gruppo che si è creato nelle passate stagioni: “Vedo professionalità, dedizione al lavoro e anche una grande atmosfera di gruppo. Sono tutti amici, ridono, scherzano. La sera, fanno grandi partite di Risiko con urla, risate e tanto divertimento.” Ma la fiducia deriva naturalmente soprattutto dai progressi: “Sono contento perché nei test funzionali si vedono miglioramenti. Questo conferma l’intero processo. Ora è il momento di finalizzare”.
Ad ogni modo, è altrettanto importante rimanere con i piedi per terra, tenendo bene a mene le lezioni impartite più volte dalla disciplina, che non hanno risparmiato nemmeno i nomi più importanti della sua storia. “L’altro giorno Tommy mi ha detto: ‘Vogliamo andare alle Olimpiadi per vincere, non solo per partecipare’.” racconta Cianciana “In questo momento, potenzialmente, nella nostra squadra ci sono due atleti che possono vincere qualsiasi gara. Ma sappiamo tutti quanto possa essere imprevedibile una singola gara: nella sprint di Pyeongchang, Fourcade e JT Boe erano i favoriti assoluti, ma hanno commesso entrambi tre o quattro errori, e nessuno dei due ha vinto. Come in ogni gara di Coppa del Mondo, se sei veloce e tiri bene, sei lì. Ma certo, se sei quinto sulla carta e tutti e quattro davanti a te fanno lo stesso, potresti comunque finire quinto. Ma se anche uno solo di loro sbaglia un tiro più di te, sei in vantaggio. Questo è il bello del nostro sport”.