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Sci nordico – Dopo l’atletica, anche la FIS introduce i test di genere per l’ammissibilità alle competizioni

La decisione di World Athletics, la federazione internazionale che “governa” l’atletica leggera, di implementare i test di genere obbligatori ha fatto molto discutere durante il corso dell’estate e fino ai recenti Campionati mondiali di atletica di Tokyo. Un provvedimento che ha riportato a galla i dibattiti nati durante le ultime Olimpiadi estive di Parigi 2024, quando le prestazioni di alcune atlete – in particolare quelle dell’algerina Imane Khelif – vennero messe in discussione sulla base di supposti “vantaggi genetici”.

Ora però anche il mondo dello sci si prepara a seguire le la strada dell’atletica leggere. Ad annunciarlo è stata la stessa Federazione Internazionale di Sci e Snowboard (FIS), al termine di una riunione del Consiglio riunito ieri a Zurigo per i consueti Meeting Autunnali.

Tema centrale della riunione è stato quello della sicurezza, certamente intensificato dal tragico incidente che ha portato alla scomparsa dello sciatore alpino italiano Matteo Franzoso, di cui pochi giorni fa sono stati celebrati i funerali. Il Consiglio, riporta il comunicato ha affrontato “misure per migliorare ulteriormente la protezione in tutte le discipline degli sport sulla neve” e sottolineato “l’importanza di stabilire linee guida di sicurezza chiare e coerenti per tutte le Federazioni Nazionali di Sci” attraverso la formazione in materia di sicurezza, l’omologazione delle piste di allenamento e la regolamentazione degli standard delle attrezzature di sicurezza e dei protocolli di sicurezza per proteggere gli atleti a tutti i livelli.

Sul tavolo della discussione è stato però portato anche un altro argomento caldo: per l’appunto l’ammissibilità alle competizioni maschili o femminili sulla base di criteri scientifici regolamentati.

“Le condizioni di ammissibilità stabilite nella policy si basano sulla presenza o sull’assenza del cosiddetto gene SRY, il gene che determina il sesso presente sul cromosoma Y degli esseri umani. In sostanza, solo le atlete SRY-negative possono partecipare alle competizioni femminili” si legge nel comunicato.

Il presidente della Federazione, Johan Eliasch, ha dichiarato che “questa decisione è il fondamento del nostro impegno per proteggere lo sport femminile e siamo convinti che ci sia un solo modo equo e trasparente per farlo: basarci sulla ricerca e sui dati biologici.” D’ora in avanti, la FIS collaborerà con le Federazioni Nazionali e le altre parti interessate per mettere in atto un piano di implementazione della nuova normativa.

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