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Sci di fondo

Sci di fondo – Frida Karlsson: “Non si producono atleti in serie. Io devo anche seguire il mio istinto per mantenere viva quella scintilla”

credits Ruka Nordic

La voglia di gareggiare, di allenarsi con le compagne, di tornare alla normalità. Pur avendole regalato la gioia dello storico oro nella prima 50 km femminile in un Mondiale, la gara che doveva essere di Johaug, la stagione 2024/25 per Frida Karlsson è stata piuttosto tribolata, a causa del problema al piede che l’ha costretta spesso a fermarsi, a non gareggiare e ad allenarsi con tante limitazioni.

Lo stato d’animo è ben diverso ora che è a Östersund, dove ha potuto allenarsi finalmente con la sua amica Linn Svahn dopo tempo. Aftonbladet, che l’ha incontrata dopo l’allenamento, la descrive come rilassata, sicuramente felice di aver ritrovato la normalità. Ed ora, ovviamente, a meno di due mesi dal via della Coppa del Mondo, Karlsson non vede l’ora di gareggiare.

«Quest’anno il piano è gareggiare – ha ammesso Karlsson ad Aftonbladetcompetere mi manca sotto ogni aspetto». La stagione passata è stata interrotta da un infortunio e a quel punto tutto il lavoro è stato fatto in ottica Trondheim. Non è stato facile per Karlsson: «L’anno scorso era più o meno così: “No, non puoi gareggiare”».

Ancora più difficile è stato essere lontana dalla squadra e dall’ambiente della Coppa del Mondo, passando tanto tempo da sola ad allenarsi: «Non è affatto divertente fare qualcosa da soli». Non a caso la campionessa del mondo si è davvero goduta le prime sessioni di allenamento con Svahn: «Quando siamo arrivate ​​stamattina, eravamo eccitate. Non ci allenavamo insieme da un po’. Entrambe abbiamo pensato: “Caspita, che divertimento!”».

Tutto questo le è mancato tanto: «È ciò che amo, è lì che abbiamo la metà della nostra scintilla. Questo inverno voglio tornare a farlo». Si la scintilla, quel qualcosa che ha dato origine a tutto, quella passione che non bisogna perdere mai, anche quando lo sci di fondo diventa una routine lavorativa.

«È una vita speciale quella che si vive come atleta. Per me è stato molto importante ritrovare le mie radici. Come è iniziato tutto per me. Di cosa mi sono innamorata davvero». Grazie alla gioia, al divertimento e alla libertà, ha ritrovato tutto. «Ora ho un po’ di spazio per muovermi in base alle mie sensazioni. Il mio allenatore Per (Nilsson, ndr) ha sempre detto che sono un po’ una persona libera».

Libertà anche nella programmazione della preparazione estiva. Giusto seguire una linea chiara senza fare nulla a caso, ma allo stesso tempo lasciare anche spazio alla necessaria spontaneità. «Questa è l’arte stessa. Mantenere viva la scintilla».

Per Karlsson, un ambiente in cui tutto diventa troppo strutturato, dove l’allenamento è guidato dai risultati dei test e tutto diventa un obbligo, non porta risultati: «Non credo che si possano produrre atleti vincenti in serie. Quell’atleta che vince, si distingue ed è unico nel suo genere. Penso che si debba avere il coraggio di seguire il proprio istinto per fare ciò che è ottimale per la giornata, o per la settimana, fare ciò in cui si crede».

Un modo di pensare che in passato ha causato qualche attrito tra Frida Karlsson e la dirigenza della nazionale. «È stato un problema, direi. Ma ora c’è molto più margine di manovra e mi si addice molto di più. Perché ho paura di soffocare questa scintilla. È così importante per me».

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