Un grandissimo successo. Non c’è altro modo per descrivere l’evento “In fondo c’è la gloria”, che nell’ambito del Festival dello Sport ha portato a Trento due grandi campioni dello sci di fondo, Federico Pellegrino e il fenomeno mondiale Johannes Klæbo.
La Sala della Regione, a Piazza Dante, ha visto tantissima gente mettersi in fila già ore prime dell’evento. Una scelta che si è dimostrata saggia, perché c’è stato anche chi non è riuscito ad entrare, in quanto la sala era già piena.
Troppa la voglia di vedere confrontarsi parlando di sci di fondo due grandi campioni che da anni si sfidano sulle piste di sci di fondo. Da una parte il grande orgoglio dello sci di fondo, Federico Pellegrino, dall’altro l’avversario più forte che qualsiasi atleta potesse mai incontrare sulla propria strada, Johannes Klæbo.
Entrambi tenevano tantissimo a questo incontro, al punto che il campione norvegese è arrivato oggi in aereo appositamente per prendere parte al Festival dello Sport e ripartirà già domani, prima di tornare in Italia tra una settimana per recarsi in quota a Livigno.
Il colpo d’occhio di fronte ai due campioni dello sci di fondo, con un pubblico formato soprattutto da giovani, è la chiara dimostrazione che questa disciplina è più viva che mai, ha solo bisogno di personaggi, campioni capaci di alimentare la passione dei più giovani.

Già da giorni Pellegrino era molto felice di avere questa opportunità e non a caso ha voluto ringraziare Klæbo facendo però anche una battuta. «Non è scontato fare ciò che ha fatto lui per essere qui, quando al via della stagione manca un mese e mezzo. Lo ringrazio per questo e anche per tutte le batoste che mi ha dato».
Si è quindi parlato delle loro sfide. «Ho capito subito che era un grandissimo – ha detto Pellegrino riguardo all’avversario – studiava tutto, curava ogni particolare proprio come me e lo face anche meglio. Sono però riuscito a batterlo a Lahti, prima che diventasse un grandissimo».
Una stima reciproca tra i due: «È un onore per me avere ingaggiato tante sfide con Pellegrino – ha affermato Klæbo – ricordo che quando ero giovane vedevo Pellegrino vincere tutte le gare. Per me era un modello, studiavo le sue decisioni tattiche, cercavo di comprendere le sue strategie e provavo a farle mie magari cambiando qualcosa. Alla fine ho iniziato ad affrontarlo, nel 2017 le ho prese, ma proprio lì ho potuto crescere. Ho il massimo rispetto di lui per tutto quello che ha realizzato in tutti questi anni».
Non solo le loro sfide, perché entrambi hanno parlato del rapporto con la natura, fondamentale nello sci di fondo. «Vivere nela natura ci aiuta anche a ottenere quella energia che ci serve per spingere – ha detto Pellegrino – mi piace stare con gli altri, ma per farlo si deve prima di tutto stare bene con sé stessi e stare solo nella natura ti forgia anche in questo».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il campione norvegese: «Se si vuole avere successo nello sci di fondo, bisogna iniziare intanto amando la natura, la vita all’aria aperta ed essere a proprio agio quando si è da soli. Adoro la natura, i paesaggi, la mia famiglia e mio nonno che mi ha iniziato a questo sport sin da piccolo e ancora mi segue».

Entrambi hanno poi parlato degli inizi, che nonostante la distanza e le differenze culturali e territoriali tra la Valle d’Aosta e la norvegese Trondheim, sono piuttosto simili. Un inizio da giovanissimi, da una famiglia di appassionati, e la scelta di proseguire unicamente nello sci di fondo mettendo da parte il calcio, che entrambi avevano praticato.
Non solo la famiglia di nascita, perché poi ci sono quelle che i due si sono scelti nella vita. Federico Pellegrino è già sposato da anni con Greta Laurent, con la quale ha due figli: «Lei mi dà un supporto fondamentale. Quando non ci sono, è lei ad occuparsi dei bambini, una scelta che abbiamo fatto insieme quando abbiamo deciso che proseguissi. Devo dire che fino al 2022, quando avevo Greta con me a gareggiare, le cose erano più facili, perché ho sempre considerato casa lì dove ero con Greta. Oggi che lei non gareggia e ci sono i piccoli, per me casa è quel luogo reale a Gressoney e non è facile starvi lontano».
Klæbo invece si è ufficialmente fidanzato con la sua Pernilla di recente, anche se la data delle nozze non è ancora stata stabilita. «Lei è il settimo oro che ho ottenuto quest’anno. Ora io credo di aver fatto la mia parte (la richiesta), credo sia lei a dover trovare la data giusta, ma ancora non abbiamo pianificato nulla. Lei è così importante nella mia vita che mi auguro che questa cosa possa accadere tra non molto».
Si è quindi parlato di Milano-Cortina, che per Pellegrino saranno le ultime Olimpiadi: «A volte mi rendo conto di essere un po’ pesante verso famiglia o compagni – ha detto Pellegrino – perché ogni volta sottolineo che una cosa la sto vivendo per l’ultima volta e questo mi fa venire un po’ di malinconia. Spero di non vivere così tutto l’inverno e imparare a gestire bene questa cosa. Nel 2022 ho realizzato il mio grande obiettivo, la medaglia olimpica nella sprint a skating. Da lì non ero certo di continuare a lungo, poi ho deciso di arrivare fino Milano-Cortina. L’obiettivo si è però spostato sulla chiusura del cerchio, perché a me manca la medaglia olimpica in un evento a squadre. Mi sono impegnato tanto con i miei compagni di squadra per aiutare tutto il team a crescere di livello e poter ambire a un risultato che è possibile».

Klæbo ha parlato dell’addio del suo avversario: «Federico si è sempre impegnato tantissimo nel raggiungimento di un obiettivo, ha sempre un piano A, B e C, tenendo sempre tutti sotto controllo. Se dovesse raggiungere il suo obiettivo alle Olimpiadi, lascerà al punto più alto della sua carriera. Mi piacerebbe gareggiare ancora con lui a lungo, ma a questo punto ci godremo questa stagione, le ultime gare insieme. Mi auguro che potremo avere tante sfide in questa stagione».
Al campionissimo di Trondheim è stato chiesto poi di parlare del suo trionfo nel Mondiale casalingo della passata stagione, nel quale ha vinto sei medaglie d’oro in altrettante gare. «Sarà impossibile per me avere un’emozione più grande. Ottenere questo grande successo davanti alla mia famiglia e i miei concittadini è qualcosa di unico, non sarà possibile replicarlo, vivendo le stesse emozioni. Ovviamente le Olimpiadi sono sempre qualcosa di speciale e finalmente saranno in Europa, in un luogo di grande tradizione. Non vedo l’ora, anche se credo sarà molto difficile replicare quanto fatto al Mondiale».
A proposito della rivalità tra i due, il discorso ha virato su Lahti 2017, quando a vincere il titolo fu Pellegino, con Klæbo che giunse terzo. «Volevo vincere – ha detto Pellegrino – nei due anni precedenti ho iniziato a ottenere tanti successi in Coppa del mondo. In quella finale mi caricai anche dalla difficoltà che aumentava turno dopo turno, perché quel giorno c’era il gotha del fondo in quella finale: Klæbo, Ustiugov, Krogh, Northug. Aver vinto contro avversari del genere mi dà un senso di grande orgoglio per me e tutte le persone del team, perché il mio risultati aveva ripagato tutti loro del lavoro fatto. Quel giorno Klæbo sul podio non era felice (ha sottolineato Pellegrino ridendo), ma guardandolo ho capito che si sarebbe preso la rivincita e lo ha fatto con gli interessi».
Klæbo ha risposto: «Amo la competizione e mi piace essere sul gradino più alto. Quell’anno ero ancora in Squadra B e in estate l’obiettivo era puntato su qualche Mondiale più avanti. Quella stagione però arrivai in Coppa del Mondo e all’inizio fu molto difficile per me perché mancavo di quella esperienza che si matura gara dopo gara, batteria dopo batteria. Lahti è una pista dove è molto importante l’aspetto tattico, bisogna prendere le decisioni giuste al momento esatto e l’esperienza è fondamentale. Nel 2017 Pellegrino era il migliore e siamo tutti d’accordo sul fatto che meritasse quell’oro».
Di “esperienza e spensieratezza” ha poi parlato anche Pellegrino, che ha elogiato Klæbo: «Di lui ammiro che non sbaglia quasi mai, sarà successo al massimo due o tre volte. Lui fa sembrare tutto facile, ma la gente non si rende conto quanto sia difficile ottenere risultati del genere e con tale continuità in un format come la sprint, dove ogni batteria è a sé. Lui riesce a non sbagliare mai, a trovare sempre la scia giusta, a prendere la decisione giusta».
Pellegrino ha scherzato incalzando Klæbo ricordandogli del suo successo a Davos 2022, quando Greta Laurent stava per dare alla luce il primo figlio dell’azzurro, Alexis. «Ma lì tu stavi per diventare papà – ha risposto Klæbo rivolgendosi a Pellegrino – avevi un’energia extra».
Nonostante sia un “super campione quasi imbattibile”, come lo ha definito Pellegrino, Klæbo ha ammesso di essere sempre affamato a migliorare e che insieme al nonno prepara un programma per crescere ancora anno dopo anno.
Poi il finale molto divertente quando è stata ricordata la sfida ai calci di rigore che ebbero nell’estate del 2019, alla fine del primo tempo del preliminare di Champions League del Rosenborg. Quel giorno dal dischetto Pellegrino sbagliò tutti i tiri dal dischetto, mentre Klæbo non commise errori, vincendo la sfida.
«Non ho incubi sulle gare di fondo, ma ancora mi sogno quella sera. Non giocavo a calcio da tanto, così quando mi arrivò quella proposta, mi comprai gli scarpini e in Norvegia costringevo il nostro fisio ad andare in campo ogni sera per provare i calci di rigore. Io li ho sbagliati tutti. Però devo dire che non ho mai visto Klæbo teso come quel giorno, molto di più che prima di una gara. Forse era l’emozione di calciarli davanti la curva del Rosenborg».
Klæbo è scoppiato a ridere e ha iniziato a punzecchiare Pellegrino, scherzando su quella sfida in un clima sempre più rilassato: «Ero nervoso quel giorno, come sempre a Trondheim, c’erano anche ventimila persona allo stadio. Anche io non giocavo a calcio da un po’. Comunque mi dispiace tanto non ci sia qui il video di quei rigori, nemmeno serviva il portiere con i tuoi tiri, Chicco (ride, ndr). Hai pure comprato gli scarpini appositamente. Direi che è stata una bella decisione quella di scegliere lo sci di fondo anziché il calcio».
Pellegrino ha allora rilanciato per una seconda sfida in Italia, magari allo Juventus Stadium.
Infine quando è stato chiesto a Klæbo cosa augura a Pellegrino, la risposta è stata simpatica: «Un altro argento».
Un evento piacevole, simpatico, interessante, un confronto tra due rivali che si stimano e si vogliono anche bene, scherzando tanto tra loro, ben sapendo che ognuno ha spinto l’altro a migliorarsi e raggiungere il massimo livello. Sicuramente una bella giornata per lo sci di fondo, che dimostra di essere vivo e attrarre tanto interesse, anche nel nostro paese.