Gus Schumacher sta entrando nel pieno della sua carriera con una filosofia più matura: meno ossessione per il volume di allenamento e più attenzione a ritmo, recupero e consapevolezza del corpo. Il giovane talento di Anchorage, in Alaska, ha già scritto la storia del fondo statunitense: nel 2020 è stato il fondista primo americano a vincere un oro individuale ai Mondiali Junior nella categoria maschile, e nel 2024 ha conquistato la sua prima vittoria in Coppa del Mondo proprio nella tappa di casa, a Minneapolis, diventando il più giovane americano a trionfare in una gara di distanza e il primo dagli anni di Bill Koch nel 1983.
“Ogni giorno conta, ma non tutti devono essere difficili o perfetti come il programma potrebbe suggerire,” spiega il 25enne in un’intervista a Fasterskier USA, descrivendo il nuovo approccio messo a punto questa estate, che si basa su una progressione più stabile e meno lavori estremi. La vecchia logica del sovraccarico seguito da riposo profondo è stata sostituita da settimane più regolari, con carichi che oscillano tra le 15 e le 25 ore, senza strappi e con un occhio alla consistenza piuttosto che al massimo sforzo.
Questa maturità si riflette anche nel recupero e nella gestione della fatica: “Le sensazioni vengono prima dei dati, a volte ti senti un po’ stanco e solo dopo l’HRV (Heart Rate Variability, Variabilità della Frequenza Cardiaca, ndr) conferma che serve riposo”. L’estate di preparazione è andata bene, senza alcuna interruzione per malanni, e forse anche grazie all’introduzione di esercizi di respirazione per mantenere alta la forma. Per l’americano, mantenersi in salute durante l’estate non è solo una questione di fortuna, ma il risultato di moderazione, consapevolezza e fiducia in se stessi.
Un approccio che però al contempo non rinuncia alla competitività. “Non serve morire alla fine di ogni ripetizione” spiega, descrivendo un lavoro a intervalli 10 × 1 minuto: un’intensità calibrata per stimolare il corpo senza compromettere il recupero. La nutrizione segue lo stesso principio di misura: durante le sessioni più lunghe mantiene i depositi di glicogeno, mentre nelle gare gestisce gel e pasti in modo strategico.
Il fondista con questo approccio può guardare così agli obiettivi olimpici: Skiathlon, Team Sprint e 10 km a skating saranno le sue gare principali. “Voglio essere in salute e concentrato, arrivare in top 10 sarebbe fantastico, ma la salute e l’equilibrio mentale vengono prima”. Per questo, dopo il Tour de Ski, pianifica un breve reset in Alaska per ricaricare corpo e mente prima dell’ultima preparazione in quota.
Oltre alla tecnica e alla condizione fisica, lo statunitense ha imparato a godersi il processo: “Il giorno per giorno non deve essere perfetto… i giorni difficili portano a giorni migliori più avanti.” La sua filosofia, tra ritmo, gioia e resilienza, lo rende un esempio per la nuova generazione: “Bisogna amare il percorso e divertirsi, non solo sopportare il peso dell’allenamento.”
Schumacher incarna così un concetto chiaro: la crescita atletica non è solo questione di vittorie, ma di equilibrio, consapevolezza e capacità di trovare il proprio flow: “I giorni migliori arrivano quando sei presente, ti godi il momento e non perdi tempo a inseguire la perfezione”.