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Sci di fondo

Sci di fondo – L’obiettivo di Andrea Zorzi: “Ogni anno voglio essere una versione di me stesso migliore”

Photo Credits: Fondo Italia

“Ovunque, in Italia ma anche nelle gare all’estero, mi chiedono sempre se sia il figlio di Christian Zorzi, ma non è così, non siamo nemmeno parenti”. Il destino di chi come Andrea Zorzi sceglie lo sci di fondo portando il nome di chi ha fatto la storia della disciplina.

Il giovane fiemmese, originario di Ziano di Fiemme prima di trasferirsi a Tesero con la famiglia e cresciuto nel Cauriol, sta facendo però il suo percorso, che quest’anno ha avuto una doppia importante svolta. Prima l’ingresso in nazionale, nel gruppo Milano-Cortina di Fulvio Scola, poi, ancora più importante, l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri, che gli garantisce un futuro che lo scorso anno, nonostante buoni risultati e un evidente potenziale, era in forte dubbio.

Una prima parte di preparazione che non è stata semplice, a causa di tanti impegni, ma Zorzi coglie giustamente solo gli aspetti positivi di un periodo per lui importante. «La preparazione non è stata come gli altri anni – ha raccontato il giovane fiemmese a Fondo Italiaho avuto vari impegni, tra cui il corso allievi dell’Arma dei Carabinieri, che mi ha preso 4 settimane. In precedenza avevo anche avuto un infortunio alla spalla. Per questi due motivi, fino all’ultimo carico d’allenamento estivo non sono stato al cento per cento operativo con gli allenamenti. Nonostante ciò per ora mi sento bene e nelle gare ho fatto anche qualcosa di buono. Ho avuto anche delle belle sensazioni in allenamento. Sono soddisfatto, c’è margine per recuperare quello che ho perso».

Ti ritrovi in un gruppo azzurro che torna a essere più una squadra B, che con voi Under 23 vede anche la presenza di atleti più esperti.

«Credo sia stata la scelta giusta, perché è importante avere in gruppo degli atleti esperti, che sono la forza del gruppo. Per noi è importante vedere l’esempio di atleti come Mocellini e Romano, ma allo stesso tempo credo anche loro siano motivati dalla nostra gioventù, la voglia di crescere che mostriamo in ogni allenamento. Credo sia un bel vantaggio per tutti».

Puoi descriverci questo gruppo?

«È bellissimo, siamo molto uniti. A parte il fatto che conoscevo già tutti, forse giusto con Davide Negroni ho avuto opportunità di conoscermi soprattutto qui. Già in occasione del primo raduno si è creato subito un bello spirito di squadra. Poi, come dicevo, con tanti mi conoscevo già bene, come con Gabrielli, con il quale mi sono allenato due anni all’Esercito, oppure Davide Ghio e Aksel Artusi».

Cosa significa per te aver ritrovato la nazionale azzurra?

«Entrare in questo gruppo era per me un obiettivo e soprattutto un passaggio fondamentale per questa stagione. Ancora fino a poco tempo fa non sapevo cosa sarebbe successo, perché non ero arruolato e la nazionale mi avrebbe quindi garantito continuità. Per essere qui, anche nelle difficoltà ho dato sempre il massimo, sono sempre stato super agguerrito e qualche risultato è arrivato».

Su quali aspetti stai lavorando questa estate?

«In particolare cerco di lavorare sulla mia mentalità, essere performante al cento per cento sempre. Come successo lo scorso anno in occasione del Mondiale Under 23, a volte qualche frustrazione legata ad eventi esterni ha influito sulle mie prestazioni in gara. Questo non deve succedere. Per il resto cerco di lavorare tanto sulla tecnica per essere ancora più performante nelle gare distance, dove ottengo i risultati migliori, anche se non tralascio la velocità che serve».

So che hai avuto anche l’opportunità di allenarti con Pellegrino.

«Si, perché in primavera ho passato un mese dalla mia ragazza (Nadine Laurent, ndr) visto che a Gressoney c’era ancora neve. Lì ho avuto l’opportunità di allenarmi con Chicco. Avere l’occasione di allenarsi con lui, che è il numero uno in Italia e tra i più grandi al mondo, è un grande privilegio e sicuramente un vantaggio. Anche perché i grandi campioni come lui sono imbattibili dal punto di vista mentale. La testa fa la differenza ed è proprio lì che devo migliorare. Mi ha dato diversi consigli su vari aspetti».

Ne abbiamo parlato all’inizio. È arrivato l’arruolamento nel CS Carabinieri, che da Under 23 è ancora più importante.

«Si, lo scorso anno ero davvero determinato a fare bene per riuscire finalmente a superare questo scoglio molto grande e importantissimo. Ora, grazie al CS Carabineiri, posso concentrarmi soltanto sull’allenamento e su migliorare per portare risultati ed essere ogni anno una versione di me stesso migliore rispetto alla stagione precedente. Al di là del risultato singolo, per me è importante proprio sentirmi più forte. I risultati sono solo una conseguenza della crescita da atleta».

Arruolamento e ingresso nel gruppo Milano-Cortina, un passaggio fondamentale per la tua carriera. Chi vuoi ringraziare?

«Innanzitutto i miei genitori, senza i quali avrei già smesso qualche anno fa. Senza il loro sostegno nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Ringrazio poi lo staff della nazionale azzurra per la fiducia, Fulvio Scola per come mi ha accolto nel gruppo. Ovviamente ringrazio il CS Carabinieri, che mi ha dato la possibilità di trasformare in un lavoro questa grande passione. Infine, un grande grazie va a Simone Paredi, allenatore del CS Esercito che mi ha seguito negli ultimi anni. Lui ha sempre creduto in me e in queste due stagioni mi ha dato una grandissima mano sia dal punto di vista atletico che mentale».

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