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Sci di fondo

Sci nordico – La FIS decide oggi sul rientro di russi e bielorussi: i divieti di Finlandia e Norvegia complicano lo scenario

Oggi, martedì 21 ottobre, può essere considerato una specie di D-Day per gli sport sotto l’egida della Federazione Internazionale di Sci e snowboard (FIS). Sicuramente è il decision day, il giorno della decisione in merito all’eventuale ritorno degli atleti russi e bielorussi alle competizioni internazionali dopo ormai oltre 3 anni, dopo il ban emanato a seguito dell’invasione dell’Ucraina nel 2022, seguendo così la scia del CIO che consente agli atleti russi e bielorussi, sotto la bandiera degli AIN (Atleti Individuali Neutrali, ndr) di prendere parte alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

La decisione, che doveva essere presa in occasione dei meeting autunnali FIS di Zurigo un mese fa, è stata rimandata ad oggi per permettere ulteriori riflessioni ed indagini tra le Federazioni internazionali, cosa che ha fatto infuriare le Nazioni del nord Europa, che da sempre si oppongono ad un ritorno dei russi sulla scena internazionale. Negli ultimi giorni, inoltre, la lettera, con tanto di sondaggio, inviata dalla FIS alle Federazioni Nazionali, ha fatto alzare un polverone mediatico in Norvegia e Svezia, dove i media hanno immediatamente accusato il presidente Johan Eliasch di lavorare per i russi, come sostengono diversi commentatori su NRK ed Expressen.

Oggi dunque, nel corso del Consiglio FIS, i membri saranno chiamati a votare sulla questione. Se l’esito dovesse essere positivo per i russi, tuttavia, non li vedremmo al via della Coppa del Mondo a Ruka a fine novembre: questo perché la Finlandia ha imposto dal 2023 un divieto pressoché generale di ingresso dalla Russia, come confermato anche dalla presidente della Federazione finlandese di sci, Sirpa Korkatti, al quotidiano Helsingin Sanomat: “I russi non hanno nulla da fare a Ruka, perché è in vigore il divieto di ingresso nel Paese”.

La successiva tappa utile potrebbe essere quella di Trondheim, dal 5 al 7 dicembre, ma anche il Paese scandinavo ha emanato un divieto di ingresso per i russi a meno di rigide eccezioni come viaggi essenziali o visite familiari. Sul fronte norvegese, tuttavia, il responsabile del comitato organizzatore della Coppa del Mondo a Granåsen, Daniel Myrmæhl Helgestad, ammette a VG questa mattina di essere curioso di capire cosa verrà fuori dalla giornata odierna. “Ci atteniamo alle disposizioni della FIS e della Federazione sciistica norvegese. È chiaro che sarebbe un evento molto diverso se partecipassero i russi. Non so cosa aspettarmi. Dobbiamo solo accettare ciò che verrà deciso e prepararci a qualsiasi eventualità. Non ne ho proprio idea.”

La presidente della Federazione norvegese Tove Moe Dyrhaug afferma che è “molto difficile” per lei pensare alla partecipazione di atleti russi e bielorussi a Trondheim: “Speriamo che non diventi un problema dopo la riunione della FIS di martedì, ma se così fosse, ne discuteremo. Prima di allora, valuteremo attentamente la situazione e resteremo in stretto contatto con gli altri paesi membri”. Una situazione complessa che aprirebbe a precedenti complessi e gravi: aprire agli atleti le competizioni, senza però poter garantire loro la presenza in tutti i Paesi in cui esse si svolgono.

Anche gli atleti sembrano essere abbastanza divisi sulla questione: c’è chi guarda al lato sportivo e prende gli atleti singolarmente, come Mika Vermeulen, che ha incontrato in occasione degli allenamenti a Ramsau alcuni atleti russi ed è rimasto impressionato dalla condivisione degli stessi valori, soprattutto tra i più giovani:

“Ho incontrato i russi qui con sentimenti contrastanti” ha raccontato Vermeulen durante l’ultima puntata del suo podcast Skirious Problems assieme al britannico James Clugnet “Sono stato felice di incontrarne alcuni. Molti giovani russi hanno un atteggiamento completamente diverso nei confronti dell’Occidente e del mondo moderno rispetto ai leader del Paese. Parlano un ottimo inglese e sono ragazzi divertenti con cui è piacevole trascorrere il tempo.”

Qualcun altro, come Linn Svahn, è più drastico e anche disposto a boicottare l’evento a cinque cerchi se necessario. A conferma del fatto che quella di oggi è una giornata campale per lo sci di fondo e in generale le discipline della neve sotto il controllo FIS e che potrebbe rimodellare la stagione in modi imprevedibili.

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