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Biathlon – L’estate fuori dalla Nazionale del campione del mondo junior, Kasper Kalkenberg: “Volevo più controllo”

Photo Credits: Danielsson/IBU

La Norvegia può contare nelle discipline nordiche, su un parterre di atleti pressoché infinito a livello giovanile: tantissimi talenti che nello sci di fondo, quanto nel biathlon e nelle altre discipline, sanno mettere in campo il meglio di sé quando più conta. Tra di loro c’è sicuramente da annoverare Kasper Ågheim Kalkenberg, che ai Campionati del Mondo juniores di Östersund ha conquistato la medaglia d’oro nella Mass Start 60 e in staffetta, un risultato che lo ha fatto approdare in Coppa del Mondo nella tappa di Holmenkollen.

A primavera, quando sono stati selezionati gli atleti per le squadre nazionali, tanto il 20enne che sua sorella maggiore Emilie, per diversi anni è stata un punto fermo della squadra scandinava, hanno detto di no, preferendo allenarsi in autonomia. In un’intervista a TV2 il giovane norvegese spiega che diversi fattori hanno portato a questa decisione.

“Non volevo fare doppie sessioni di allenamento, né sessioni troppo lunghe. Volevo avere più fluidità e sentirmi più in controllo, ma allo stesso tempo migliorare. In modo da non essere stanco per troppo tempo. Questo era il problema. È stata una decisione difficile, lo ammetto. Ma ero deciso su ciò che volevo. Quando le cose non funzionavano più con la Federazione, la decisione è diventata ovvia. Ottenere ciò che volevo in una squadra sarebbe stato complicato. È quello che ho dovuto fare per continuare a progredire.”

Sua sorella Emilie sostiene pienamente la scelta: “Lo capisco perfettamente. Mi ha visto ripetere gli stessi errori anno dopo anno. La nazionale fa molto bene, ma non è per tutti”.

Quello che stupisce è che questa primavera sono stati in tanti a non accettare la convocazione della Nazionale: anche Karoline Erdal, Marit Oeygard e Bjoerg Eide hanno rifiutato. “Non ricordo di aver visto così tanti rifiuti da quando seguo il biathlon” fa notare Kalkenberg “ma ci sono molti modi per migliorare”.

Entrambi sanno che il percorso fuori dal contesto federale è più arduo, soprattutto dal punto di vista finanziario. I due hanno comunque messo a punto un lavoro ben strutturato quest’estate, tre blocchi di lavoro in quota per un totale di dieci settimane in Francia, sui Pirenei Orientali, che rivela Nordic Magazine.

Per Arne Botnan, direttore sportivo del biathlon norvegese, interpellato dall’emittente norvegese, non nasconde la sua delusione: “Penso che abbia fatto la scelta sbagliata. Alla sua età, la cosa migliore è far parte di una squadra, potersi confrontare con gli altri e avere un follow-up regolare” ha spiegato, ricordando che le strutture federali offrono un supporto completo e un accompagnamento scientifico a cui è difficile accedere in autonomia “È ancora giovane. Ci sono altri aspetti da perfezionare prima di moltiplicare gli stage in altitudine. Ma alla fine, sceglie ciò in cui crede. Avrei preferito vederlo con noi.”

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