È arrivata l’inevitabile condanna per Julia Simon, processata oggi al Tribunale penale di Albertville con l’accusa di furto e frode. Nel corso del dibattimento, iniziato nel primo pomeriggio, la vincitrice di 4 titoli mondiali individuali e una Coppa del Mondo ha ammesso la propria colpevolezza.
Il tribunale ha dichiarato Julia Simon colpevole di tutte le accuse e l’ha condannata a tre mesi di carcere con sospensione condizionale e una multa di 15.000 euro. La richiesta di esclusione della B2 è stata respinta, cosa che potrebbe farle perdere il posto nella Polizia delle Dogane. Simon dovrà inoltre rimborsare le spese legali di Justine Braisaz-Bouchet e pagare un euro di danni alla Federazione Francese di Sci (FFS).
Il PM aveva chiesto una condanna di due mesi di detenzione con sospensione condizionale e una multa di 20.000 euro sulla base del reddito dell’atleta e si era opposto all’esclusione della menzione al B2 del casellario giudiziario, cosa richiesta dall’avvocato dell’atleta.
Simon è stata condannata per aver compiuto tre truffe (a Östersund il 2 dicembre 2021, a Villard sur Doron e Sandnes in Norvegia dal 5 all’11 agosto 2022, e a Premanon dal 22 al 25 settembre 2022), furto dal 5 al 7 agosto 2022 a Sandnes e un tentativo di furto.
Assente la più illustre delle tre vittime di Simon, la sua compagna di squadra e rivale Justine Braisaz-Bouchet, rappresentata dal suo avvocato.
Nella sua ammissione di colpevolezza, Simon ha detto: “Riconosco i fatti. Sono andata nel panico, mi sono chiusa in me stessa quando me l’hanno detto in Federazione. Non posso spiegarvelo (riferendosi alle motivazioni dei suoi gesti, ndr), non riesco a immaginarmi mentre commetto quegli atti. Non posso rendermene conto. Non c’è alcuna motivazione finanziaria dietro le mie azioni. Oggi vado avanti giorno dopo giorno perché essere di fronte a voi avrà conseguenze sulla mia carriera. È assurdo, perché non ne avevo bisogno”.
La campionessa francese ha poi parlato anche della compagna di squadra Braisaz-Bouchet, lanciando una velata accusa, affermando che nel 2022, durante un tentativo di conciliazione presso la FFS (Federazione Francese di sci), fosse stato raggiunto un accordo con Justine Braisaz-Bouchet. “Avrei dovuto pagare il mio debito a un’associazione di sua scelta, ma non ho mai ricevuto i suoi dati bancari”.
L’avvocato di Braisaz-Bouchet ha tuonato contro Simon. “La mia cliente non è qui oggi perché la situazione è difficile per lei. Oltre alla confessione, ci aspettavamo delle spiegazioni, e Justine Braisaz-Bouchet non può accontentarsi di questo. Si conoscono da 20 anni. È il contesto che conta. Sono compagne di squadra tanto quanto rivali. Lei nutriva sospetti da molto tempo, ma non aveva prove”.
L’avvocato Sarah Pereira ha aggiunto: “Non è una cosa da poco, non abbiamo dovuto affrontare tre anni di indagini invano. Justine Braisaz-Bouchet l’ha vissuta come una grave intrusione. E ciò che ha cambiato il tentativo di conciliazione è stato il fatto che Julia Simon continuasse a proclamare a gran voce la sua innocenza. Questo comportamento non era accettabile quando si vive insieme 200 giorni all’anno”.
Una Justine Braisaz-Bouchet che oltre a essere vittima delle azioni di Simon, è stata poi attaccata da tanti appassionati che l’hanno quasi giudicata colpevole, in un clamoroso ribaltamento della vicenda: “È stata linciata sui social media e insultata in gara a causa di questa vicenda. I ruoli sono stati invertiti per troppo tempo”.
La stessa Braisaz-Bouchet ha inviato un messaggio: “Oggi più che mai si tratta di difendere i miei valori”.
Quasi disperato il tentativo di difesa dell’avvocato di Simon, risultato poi vano: “È un gesto assurdo, stiamo cercando di trovare spiegazioni razionali ad un comportamento irrazionale. La rivalità sportiva è evidente in tutti questi fatti. Quando siamo così vicini, avremmo dovuto provare a parlare. Ma è stata immediatamente inviata una lettera alla federazione. La situazione è diventata paralizzante per lei e questo ha avuto l’effetto di farle negare completamente tutto”.
L’avvocato ha aggiunto: “(Simon, ndr) Ha ammesso i fatti nero su bianco nel novembre 2022 durante la conciliazione. Nonostante ciò, è stata presentata una denuncia penale e la negazione si è cristallizzata durante l’indagine della gendarmeria. Oggi lo ammette, è qui, sta affrontando la situazione e vuole andare avanti”.
Certamente a un mese dalla stagione la nazionale francese di biathlon non poteva trovarsi a vivere una situazione peggiore ed è difficile immaginare che quanto sia accaduto non possa incidere sulla serenità del gruppo. Una vicenda andata avanti troppo a lungo.
