Martedì, la Federazione Internazionale di Sci (FIS) ha deciso di non riammettere gli atleti russi alle competizioni internazionali in vista delle Olimpiadi 2026, una scelta che ha diviso gli animi nel mondo dello sci tanto quanto all’interno del Consiglio federale.
Anche se la votazione, avvenuta dopo una lunga riunione, è stata segreta, l’emittente TV2 ha potuto approfondire la questione, interpellando il direttore della comunicazione FIS Bruno Sassi, che ha definito l’incontro “senza tensioni”, con una “valutazione molto accurata” della tematica affrontata. Alla domanda se i membri del Consiglio fossero cordiali: “Cordiali è una parola forte, ma tutti erano rispettosi gli uni con gli altri.”
Si è poi passati alla votazione: “Tutti i membri hanno votato sì o no, e poi è stato loro comunicato il risultato quando è stato reso pubblico” ha detto, spiegando che la segretezza, è dovuta anche a “motivi di sicurezza, vista la componente politica della questione”.
Secondo le informazioni dell’emittente norvegese, 12 membri su 22 avrebbero deciso di votare contro la riammissione dei russi, garantendo una maggioranza risicata. Se uno solo di loro avesse cambiato idea, la votazione sarebbe finita in parità, e la questione sarebbe stata risolta dal voto del del presidente Johan Eliasch — che si è mostrato favorevole al ritorno dei russi sotto bandiera neutrale — che in questi casi vale doppio ribaltando l’esito.
Non stupisce quindi, che molti commentatori abbiano definito questa decisione una vera e propria sconfitta per Eliasch, il CIO e naturalmente il presidente russo Vladimir Putin. Secondo l’esperto di sci di fondo Petter Skinstad, le divisioni interne alla FIS potrebbero però lasciare strascichi: “Mi chiedo se la FIS punirà i Paesi nordici per la loro posizione, magari con la distribuzione dei fondi. Mi sorprenderebbe se non ci fossero conseguenze”.
Per ora, la FIS resta ferma: niente russi sulle piste. Ma la battaglia politica, anche nello sport, è tutt’altro che chiusa. Secondo quanto riportato dai media russi, infatti, il Comitato Olimpico Russo (ROC), guidato dal ministro dello sport Mikhail Degtyarev, presenterà ricorso contro la votazione.
