I Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, in programma dal 6 al 22 febbraio prossimi, sono, senza dubbio, il momento clou della stagione per i fondisti. Alcuni membri della squadra svedese, ricca di stelle, potrebbero essere all’ultimo ballo per cercare di ottenere quel metallo olimpico che cambierebbe radicalmente la storia sportiva di chiunque.
La SVT ne ha preso atto e infatti, per questa stagione, ha lanciato una nuova serie di documentari che segue da vicino gli sciatori svedesi. La serie, intitolata “Utan filter – la nazionale di sci di fondo verso i Giochi Olimpici”, sarà trasmessa ininterrottamente per tutta la stagione, a partire da poco prima dell’inizio della Coppa del Mondo a Ruka, in Finlandia.
“Spero che la serie possa incoraggiare più persone a osare inseguire i propri sogni, indipendentemente dal fatto che si tratti di sciare o di qualcosa di completamente diverso”, afferma William Poromaa.
Per Ebba Andersson e il suo compagno Gustaf Berglund, la serie di documentari significa che il pubblico televisivo si avvicina più che mai. Nella serie, vengono intervistati nella loro casa di Oestersund, cosa che Andersson in realtà è riluttante a fare.
La stella della nazionale, infatti, racconta tutto all’Expressen: “Per me non era affatto scontato aprire le porte di casa mia. In qualche modo, ho sempre pensato che nessun giornalista potesse entrare tra queste mura e da quella porta. Ma ora sentiamo di essere riusciti a sistemarci, arredare e comprare ciò che desideriamo. Allora ci siamo sentiti pronti a far entrare sia il suono che l’immagine”.
Gustaf Berglund afferma che in precedenza avevano rifiutato tutte le richieste di visite a domicilio.
Ebba Andersson dice che le piaceva l’idea del “filtro Utan” e che ha iniziato a ripensarci. Alla fine, ha accettato una visita a domicilio, ma con delle condizioni: “Ero abbastanza chiara sul fatto che le telecamere avrebbero potuto seguire gli accordi presi. Non si sarebbe trattato di una sorta di tour della casa. Perché altrimenti, se si lascia entrare qualcuno in casa, potrebbe essere esposta come se fosse una specie di museo. Non ero molto entusiasta di questa cosa. Ho quindi poi detto che al minimo sintomo di raffreddore, una persona esterna non non avrebbe messo piede in casa. Era un criterio molto importante da parte mia. Ci stiamo comunque avvicinando all’inizio della stagione e non voglio correre rischi”.

 
                