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Biathlon – Da riserva a favorito per l’oro, Perrot: “È un orgoglio e una fortuna”

Foto credits: Dmytro Yevenko

Da enfant prodige a colonna del biathlon francese in un quadriennio olimpico: nel 2022, Eric Perrot si è guadagnato un biglietto per le Olimpiadi di Pechino da giovane promessa, approdata da poco appena ai massimi livelli internazionali. Per lui solo un ruolo di riserva, ma era determinato già allora a diventare, quattro anni dopo, uno dei protagonisti dei Giochi italiani del 2026. in fa subito: “Giocare in prima linea nel 2026 è il mio obiettivo” aveva detto in una conferenza stampa.

Promessa mantenuta e, quattro anni dopo, alla vigilia della stagione olimpica, si presenta ai blocchi di partenza con tutte le credenziali per poter mettere al collo una medaglia d’oro a cinque cerchi, da campione del mondo in carica nell’Individuale, oltre a due titoli mondiali nella staffetta mista e terzo al mondo al termine della passata stagione.

“Sono davvero dove voglio essere” ha dichiarato a Nordic Magazine “È un orgoglio e una fortuna. Me la sto godendo! Al di là del fatto di vincere o meno alle Olimpiadi, mi sto godendo il momento perché ho la fortuna di essere esattamente dove voglio essere, nel bel mezzo del mio sogno. Ho accumulato esperienza con buoni risultati e faccio parte della squadra francese. Questo mi permette di allenarmi con tutti i mezzi possibili per migliorare e, inoltre, il biathlon è diventato il mio lavoro. È la vita che ho sempre sognato. Sono al massimo della forma.”

Anche se era andato con la squadra a Pechino, per il francese le gare di Anterselva saranno le prime della sua carriera olimpica, ma questo non lo spaventa: “C’è qualcosa di nuovo, ma le mie aspettative non cambiano più di tanto perché sono sempre state piuttosto alte” continua il 24enne “So solo che ora sono sempre più in sintonia con i miei sogni e con ciò che desidero realizzare.”

Protagonista di un’estate al top dove ha continuato il suo cammino di crescita come atleta, elemento ben più importante dei risultati nelle kermesse a cui ha preso parte. “Ho fatto enormi progressi e questo, per me, è il fattore n. 1 di una preparazione che sta andando bene. Ho lavorato molto sul tiro a terra perché era il punto in cui avevo le statistiche meno buone. Non era un punto debole, ma un aspetto su cui dovevo continuare a migliorare. L’anno scorso mi ero concentrato sul tiro in piedi e aveva funzionato. Mi diverto molto in piedi e ho voluto trasferire questo divertimento anche a terra, per godermela dall’inizio alla fine senza avere punti deboli in una gara.”

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