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Sci di fondo

Sci di fondo – Pellegrino a Ski Chrono: alla vigilia dell’inverno olimpico tra emozioni, sogni e ultime sfide

FISI Media Day, Federico Pellegrino (ITA) Sci Fondo Milano(ITA), 18/10/2025 Photo: Gio Auletta/Pentaphoto

Qualche settimana fa, Federico Pellegrino si è recato a Saint-Jean-de-Moirans, nel dipartimento francese dell’Isère per visitare la sede centrale del marchio di sci a cui si affida alla vigilia della sua ultima stagione agonistica.

Il valdostano, ha in quell’occasione, rilasciato una lunga intervista a Ski Chrono. Tra i temi affrontati sicuramente le emozioni nell’approccio a questo inverno diverso dal solito e il segreto per battere i suoi rivali.

“Mi ero promesso che non avrei pensato che sarebbe stata l’ultima preparazione, ma alla fine, inevitabilmente, ci penso. Rido ancora tanto con i miei amici durante gli allenamenti, ma quest’anno è decisamente speciale. Le Olimpiadi in casa mi regalano emozioni, e lo adoro. È per questo che faccio sport. Ho deciso di fermarmi per me, per mia moglie, per la mia famiglia, e di farlo l’anno prossimo; è il momento giusto per provare ancora più emozioni in un nuovo capitolo della mia vita” ha esordito il 35enne parlando della sua ultima estate assieme alla squadra azzurra, avendo deciso di chiudere la sua carriera con le Olimpiadi in casa di Milano Cortina, per lui un vero e proprio sogno, sebbene confessi che siano un’ambizione arrivata con la maturità “È una grande opportunità per me, per lo sci di fondo in Italia, e non vedo l’ora di esserci. Da bambino non ho mai sognato le Olimpiadi. Sciavo, giocavo a calcio e il mio idolo era Alessandro del Piero. Ho iniziato a capire l’importanza delle Olimpiadi, dei Mondiali e della Coppa del Mondo nel periodo di Vancouver 2010, in quanto la prima gara dopo quelle Olimpiadi è stata il mio debutto in Coppa del Mondo. Fino a quel momento, lo facevo perché mi divertivo con gli amici. E dopo Sochi 2014, ho vinto le mie prime Coppe del Mondo, ho conquistato medaglie ai Mondiali e lì il sogno è diventato un obiettivo e ora il mio lavoro è arrivare a febbraio 2026 per conquistare le medaglie”.

L’atleta delle Fiamme Oro, che ha già all’attivo due medaglie individuali alle Olimpiadi conferma il sogno di vedere una staffetta italiana sul podio olimpico, indipendentemente dalla sua presenza nel quartetto: “Sarebbe un risultato enorme. Significherebbe che tutti hanno lavorato duramente negli ultimi quattro anni. Ho già vinto due medaglie alle Olimpiadi, ma vincerne una di squadra sarebbe davvero fantastico. Per me stesso, per lo sci di fondo italiano e per lasciare un’eredità. Non è che se Pellegrino smette, lo sci di fondo italiano non ottiene più risultati. Se vincessimo una medaglia a squadre, dimostreremmo di avere le basi per continuare a fare grandi cose anche in futuro.”

È innegabile, però, che su Pellegrino tutti gli occhi saranno puntati in Val di Fiemme a partire dalla Sprint, non solo in quanto vice campione olimpico in carica, ma anche dopo il bellissimo argento dello scorso anno conquistato in occasione dei Mondiali di Trondheim. Ancora una volta, l’uomo da battere sarà Johannes Hoesflot Klaebo, e tutti si domandano come ci si possa riuscire. “Lui lo sa” risponde l’azzurro “può solo perdere la gara. Ed è questo che lo rende straordinario. È forte fisicamente e mentalmente, e non commette quasi mai un errore. Ed è davvero difficile, soprattutto negli sprint dove puoi cadere, rompere un bastone, avere problemi con l’attrezzatura… L’ho già battuto in passato, ma è perché ha commesso un errore nella preparazione, nella scelta degli sci… La cosa più difficile quando sei un atleta così forte è non pensare agli altri, rimanere concentrato su te stesso, perché il risultato è una conseguenza del fatto che tu sia riuscito o meno a dare il 100%.”

Un atteggiamento che in realtà accomuna molto più di quanto si pensi il poliziotto di Gressoney e il norvegese: “Devo concentrarmi sull’essere al 100%, e poi, durante la gara, qualunque cosa accada, accadrà. Il risultato finale dipende dagli altri, ma la tua prestazione dipende solo da te. Devi essere concentrato su te stesso, e se raggiungi quel livello di fluidità, non senti la fatica, la pressione del risultato, non senti il ​​rumore o le chiacchiere della gente. E per arrivarci, devi fare le cose normalmente, crederci, ma non pensarci troppo. Per me, l’aspetto psicologico più importante è essere una persona felice. Essere felice di fare qualcosa che ti piace quando vai a letto la sera; sapere che il giorno dopo farai qualcosa che ami o che hai scelto di fare. […] Il lavoro va fatto, ma se ti piace è più bello. Se sei felice, è molto più facile mentalmente, soprattutto per fare una lunga carriera. Certo, ci sono momenti in cui hai molta pressione, anni in cui le cose possono andare meno bene, ma è importante avere questo approccio.”

È questo il tuo modo di affrontare la gara?

“Devo concentrarmi sull’essere al 100%, e poi, durante la gara, qualunque cosa accada, accadrà. Il risultato finale dipende dagli altri, ma la tua prestazione dipende solo da te. Devi essere concentrato su te stesso, e se raggiungi quel livello di fluidità, non senti la fatica, la pressione del risultato, non senti il ​​rumore o le chiacchiere della gente. E per arrivarci, devi fare le cose normalmente, crederci, ma non pensarci troppo.”

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