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Biathlon , Interviste

Biathlon – Jean-Paul Giachino va in pensione a fine stagione: “Sono orgoglioso della carriera professionistica che ho fatto”

Per Jean-Paul Giachino, tutto sarebbe dovuto finire nella primavera del 2024. Dopo quasi venticinque anni di dedizione come allenatore di tiro per le squadre francesi di biathlon, il nativo di Bourg-Saint-Maurice aveva effettivamente deciso di ritirarsi.

Tuttavia, su richiesta di Stéphane Bouthiaux, allenatore della nazionale francese, e dei suoi atleti, ha cambiato idea. Inizialmente titubante, aveva infine deciso, come già confidato a Nordic Magazine, di inviare una lettera all’amministrazione per ritirare la sua richiesta di ritiro, fissata per maggio 2024.

Il taciturno allenatore di tirò dichiarò all’epoca: “Non voglio avere rimpianti e pensare: ‘Accidenti, non ero ai Giochi del 2026, e me ne pento’. Per me, tornato nel 2020, non erano le donne a essere al top, ma gli uomini. In quattro anni, nei miei diversi ruoli, ho contribuito a far sì che la squadra femminile ritrovasse la forma e diventasse una delle migliori nazioni di biathlon oggi”.

Con un rinnovo di contratto per altri due anni, Jean-Paul Giachino, che ha iniziato la sua carriera con la nazionale francese nel 2001 con la squadra maschile, inizierà così tra poche settimane l’ultimo inverno della sua illustre carriera.

Durante una conferenza stampa online alla quale ha partecipato Nordic Magazine, Giachino ha confermato al giornale: “Questa è sicuramente l’ultima stagione. Ci stiamo impegnando per un quadriennio olimpico, che ci porterà fino ai Giochi del 2030. Non avrei l’energia per continuare ad allenare un gruppo di questo calibro”.

Jean-Paul Giachino, riflettendo sui suoi innumerevoli anni dietro la telecamera, ha poi detto: “Custodisco gelosamente tutti i momenti meravigliosi che ho vissuto, gli incontri sempre arricchenti con così tanti atleti, ognuno con la propria personalità e il proprio modo di lavorare. Evidenzio tutti i nostri successi, ma ricordo anche le nostre battute d’arresto. Ma non ho rimpianti; le battute d’arresto fanno parte di una carriera, nessuno riesce in tutto. Professionalmente, è stata una grande gioia. Sono orgoglioso della mia carriera”. 

Avendo partecipato a ventotto gare di Coppa del Mondo tra il 1985 e il 1991, spiega: “Il biathlon è in costante crescita e anno dopo anno è considerevolmente in ascesa. Sta raggiungendo proporzioni fenomenali. Non avrei mai immaginato o pensato che sarebbe successo. La Federazione Internazionale sta facendo un ottimo lavoro introducendo formati di gara più spettacolari come l’inseguimento e la partenza in linea. In queste battaglie ravvicinate, le emozioni sono forti. È diventata una disciplina spettacolare in cui le sorprese possono verificarsi fino all’ultimo giro”.

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