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Sci di fondo

Sci di fondo – La Coppa del Mondo si prepara a riaccogliere i russi, ma la burocrazia frena il rientro

La sentenza del TAS ha riaperto le porte delle competizioni internazionali sotto l’egida FIS agli atleti russi e bielorussi, o quantomeno a quelli di cui può essere dimostrato lo stato di neutralità secondo i criteri FIS, principalmente per ciò che concerne l’affiliazione a corpi sportivi militari e il supporto alle operazioni militari in Ucraina.

Già questa settimana, con la Coppa del Mondo che si svolgerà a Davos, in Svizzera, potrebbe essere possibile ritrovare in pista alcuni nomi dello sci di fondo russo, come ad esempio il giovane talento Saveliy Korostelev, tuttavia l’allenatore della nazionale russa di sci di fondo Yuri Borodavko ha parlato a sovsport.ru di rallentamenti nelle procedure burocratiche per l’accertamento dello status di AIN (Atleta Individuale Neutrale) ai suoi atleti da parte della FIS, diminuendo le loro chance di poter essere al via già nel weekend.

“Molti atleti della nazionale, non solo quelli del mio gruppo, hanno fatto domanda per ottenere lo status di neutralità. Purtroppo, non tutti hanno ricevuto i moduli o i bollettini di pagamento, e alcuni non hanno ricevuto alcuna risposta. Non c’è ancora completa chiarezza su questa questione.” ha detto il tecnico russo.

La risposta della federazione internazionale non si è fatta però attendere, attraverso le parole di Sandra Spitz, direttrice sportiva della FIS, che all’emittente svedese SVT ha parlato del processo che gli atleti devono seguire per vedersi riconosciuto lo status di neutralità.

“Dobbiamo determinare se gli atleti sono coinvolti nel servizio militare volontario e se ricevono un compenso per questo. In molti paesi esiste l’obbligo di leva militare, che non viene preso in considerazione. È inoltre necessario comprendere che non teniamo conto dei dati dal 2014, ma solo dal momento dell’inizio delle ostilità (in Ucraina, ndr).

La decisione sugli atleti viene presa da una commissione composta dal Segretario Generale della FIS, Michel Vion, da un esperto indipendente di integrità sportiva e da un altro funzionario della FIS, basandosi sui rapporti forniti da una società esterna che esamina anche le attività svolte online dagli atleti.

“Gli atleti ci inviano lettere via e-mail e noi li informiamo sulle procedure da seguire. Compilano un questionario con le informazioni obbligatorie e pagano per la verifica. Questa verifica viene effettuata da un’organizzazione esterna: controlla, ad esempio, cosa è stato pubblicato sui social media, se vi sono espressioni di opinioni sulle operazioni militari. Speriamo di riuscirci entro un paio di giorni. Non posso prometterlo, ma potrebbe funzionare” conclude la Spitz, che ritiene che già a Davos, nel fine settimana, sarà possibile per almeno un paio di atleti presentarsi ai cancelletti di partenza.

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