Mathilde Myhrvold è caduta nell’ultima discesa della finale sprint di domenica a Dobbiaco, riuscendo ad arrivare al traguardo con grande difficoltà. A causa del forte dolore, è stata trasportata in ospedale per accertamenti, da cui è stata confermata la lussazione alla spalla. Per la 27enne, di conseguenza, il Tour de Ski finisce qui e la strada verso Milano Cortina 2026 si fa ora davvero complessa.
“È triste vedere quanto velocemente possano cambiare le cose” ha dichiarato Myhrvold alla stampa a Dobbiaco, come riporta il quotidiano norvegese VG, mentre prova a spiegare cosa è successo in pista “È un po’ difficile da raccontare. Stavo sciando da sola, quindi probabilmente ho perso un po’ l’equilibrio. Probabilmente avevo le gambe un po’ rigide e non sono riuscita a recuperare. Ma non so come sia successo. È successo tutto molto velocemente, all’improvviso mi sono ritrovata lì per terra.”
Quando mancano 39 giorni all’inizio delle Olimpiadi in Val di Fiemme, la presenza della norvegese si fa davvero incerta: in primis, bisognerà attendere l’esito della risonanza magnetica per comprendere al meglio l’entità del danno dopo che la spalla è stata rimessa al suo posto.
“Per ora so molto poco, ma ne saprò di più col passare del tempo. È difficile dire qualcosa al riguardo, ma so che potrebbe essere difficile. Avevo qualcosa da dimostrare per essere lì, e ora alcune gare determinanti si avvicinano molto rapidamente e non ce la farò. Sicuramente non è divertente sapere che le Olimpiadi siano così a rischio.”
L’allenatore della nazionale Sjur Ole Svarstad ricorda che ora bisognerà riposare e usare tanta pazienza, senza forzare tempi e fisico, correndo rischi inutili. “Per lei è ovviamente un momento molto sfavorevole, ma è così che funziona: quando si riesce a superare una difficoltà, l’attenzione si sposta e bisogna cercare di rimettersi in forma per poter tornare ad allenarsi e gareggiare. Ovviamente prima bisogna riposare, poi riallenare la spalla per renderla abbastanza forte da poter sciare. È la solita storia, bisogna essere pazienti, non si possono correre rischi.”


