Si discute molto di quello che sarà il futuro degli atleti delle discipline nordiche in Russia nella prossima stagione olimpica, con il CIO che vuole riproporre per Milano-Cortina 2026 un modello simile a quello messo in opera per Parigi 2024, negoziando con le singole Federazioni internazionali in modo che gli atleti che vogliano accettare le condizioni di neutralità proposte, possano qualificarsi per i Giochi Olimpici o avere un “invito” come wild card.
Quello che però in molti si chiedono è quali potrebbero le reali chance degli atleti russi dopo quasi quattro anni di assenza dalle competizioni internazionali, in cui il confronto è stato esclusivamente interno o limitato a poche nazioni “alleate” come la Bielorussa. A rispondere a questo quesito ci pensa in parte una leggenda dello sci di fondo russo, campione olimpico a Pechino, due volte medaglia d’oro ai Campionati del mondo e vincitore del Tour de Ski: Sergey Ustiugov. A 33 anni, il fondista compete ancora ad armi pari con i suoi rivali più giovani, ma forse non è esattamente un segnale positivo.
“È stata una stagione difficile, ma sono soddisfatto all’80%” ha detto in un’intervista a metaratings.ru parlando del suo inverno sugli sci “Bisogna correre con costanza per tutta la stagione e lottare per la top-10 nella Coppa di Russia. Per correre in questo modo, bisogna essere in piena salute e motivati. Come ogni anno, mi sono concentrato solo sui Campionati Russi.”
Nei tre anni di sospensione degli atleti russi dalle competizioni internazionale, però, il livello dello sci di fondo in Russia, a suo dire, è peggiorato. “Se si considerano le tattiche, le velocità e tutte le sfumature, il livello dello sci si è abbassato. Senza la partecipazione alle gare internazionali, non c’è piena motivazione, siamo tutti nello stesso minestrone. Prima gli atleti andavano in Coppa del Mondo, e quelli che non ci andavano provavano a competere contro quelli che ci andavano. Ora la situazione è diversa. Tutti gli atleti hanno imparato a conoscersi e sanno già come ciascuno di noi si comporta in pista fino al traguardo.”
Anche la preparazione, con queste premesse, risente inevitabilmente della mancanza di stimoli esterni. “Sono passati tre anni e la motivazione di tutti sta calando. Ho iniziato a dovermi impegnare non il 200%, ma il 250%. Ora per me la salute è diventata importantissima” ha ricordato il 33enne “se c’è un problema, va risolto subito, perché non sono più giovane.”
Sull’eventualità di prendere parte alle Olimpiadi, si tiene però sulla difensiva, con un certo realismo.
“Guardo la questione con distaccato a causa dei giornalisti. Perché si parla molto. Quando e se saremo ammessi, allora ne parleremo. Ora non leggo più le notizie. Guardo solo le prestazioni degli italiani, perché Cramer li allena. Ma questo non significa che li segua attivamente. Non seguo nemmeno le gare russe, figuriamoci quelle internazionali. A volte apro le classifiche per vedere i piazzamenti. È interessante, ma niente di più.” Anche sulla possibilità di far bene ai Giochi, a meno di un anno, Ustiugov è scettico, parlando di un crollo sul piano mentale: “Solo l’ammissione potrebbe farmi cambiare idea. Se ci dicono che andremo alle Olimpiadi, bisogna in primis trovare i fondi per la preparazione e mobilitare tutte le nostre forze. Solo allora inizierei a prepararmi per i Giochi Olimpici del 2026, e non è detto che ci arriverei. La Russia è molto grande, bisogna vincere la selezione, il che è molto difficile. E questo sembra irrealistico.”
In definitiva, sembra proprio che tre anni di lontananza dai grandi palcoscenici sportivi internazionali siano in grado di minare la sicurezza nei propri mezzi anche di uno dei migliori fondisti al mondo.