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Olimpiadi , Sci di fondo

Sci di fondo – Stefania Belmondo racconta le sue Olimpiadi: “Mi hanno regalato istantanee uniche. E su Milano-Cortina..”

L’avvicinamento ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026 prosegue scandito dagli allenamenti dei tanti atleti già proiettati all’appuntamento a cinque cerchi, ma anche sulla scia dei racconti di chi di Olimpiadi ne ha vissute tante. E’ il caso di Stefania Belmondo, stella del passato dello sci di fondo azzurro, che nei gironi scorsi ha ripercorso i suoi ricordi olimpici attraverso un lungo racconto ai canali ufficiali di Milano-Cortina. Da poco presentata nel ruolo di ambassador dei Giochi, la storica fondista azzurra ha parlato delle sue esperienze nelle 5 edizioni a cui ha preso parte tra il 1988 e il 2002 – vincendo 2 ori, 3 argenti e 5 bronzi -, senza dimenticare l’esperienza da ultima tedofora alle Olimpiadi di Torino 2006, le ultime sul suolo italiano.

LE 5 OLIMPIADI

Ho fatto 5 Olimpiadi nello sci di fondo e ognuna di esse mi ha regalato istantanee uniche. A Calgary, in Canada, avevo 19 anni e tutto era una scoperta. Ricordo che mi divertivo ad ascoltare l’inno di chi vinceva e intanto fantasticavo di essere un giorno al posto di quelle atlete incredibili, sapendo che avrei dovuto fare molta fatica per riuscirci. Albertville 1992 è stata un’Olimpiade magnifica. Ho iniziato con un quinto posto, poi quarto, terzo, secondo e poi ho vinto la 30 km davanti a tanta gente che conoscevo: ricordo che sono arrivati con due pullman dalle mie valli. Poi era bello perché i francesi mi sentivano un po’ come una cugina e mi chiamavano ‘Belmondò’. Lillehammer 1994 è stata un’edizione storica per l’Italia, un po’ meno memorabile per me perché purtroppo ci sono arrivata dopo due interventi all’alluce del piede destro. Ho faticato molto perché le temperature erano molto rigide e io avevo poca circolazione a causa del mio problema. Però, sono riuscita comunque a portare a casa due bronzi. Poi è stata la volta di Nagano 1998, in Giappone. Un’Olimpiade particolare, molto bella, anche se un po’ condizionata dal tempo, che cambiava in continuazione, come accaduto nella 30 km con le condizioni che continuavano a cambiare. Lì ho conquistato un argento e un bronzo. Salt Lake City 2002 sono riuscita a vincere una medaglia per metallo, anche se il bronzo è arrivato per posta due anni dopo in seguito a una squalifica. Il doppio cambio di bastoncino nella gara che ho vinto, tutte quelle emozioni concitate sono un qualcosa che mi porterò sempre dentro e forse han dato un sapore ancor più speciale a quella vittoria, perché a un certo punto quasi non ci credevo più neanche io“.

IL RICORDO DI TORINO 2006

Torino 2006 forse avrei potuto gareggiare, un piccolo rammarico c’è, ma ho scelto la famiglia e devo dire che sono stata ripagata. E poi, essere lì designata come ultima tedofora è stato un premio bellissimo per una lunga carriera fatta di vittorie, ma anche di sconfitte e momenti non sempre idilliaci. Lo sport è fatto di tante cose“.

LE SPERANZE VERSO MILANO-CORTINA 2026

Pensare ora che ci aspetta Milano Cortina 2026, un’altra Olimpiade casalinga fa volare la mia immaginazione. Io ad esempio sogno di commentare di nuovo le gare perché mi ero ripromesso di farlo. Tirando le somme credo di essere nata per vivere di sport, mi definisco un’agonista nata, perché quando ho il pettorale addosso mi trasformo e punto a centrare l’obiettivo.  Voglio dire a tutti gli italiani di godersi a pieno queste Olimpiadi Paralimpiadi che ci aspettano, come spettatori, volontari o candidandosi come tedofori. Sono certa che vivranno momenti magici e sarà un motivo d’orgoglio anche per loro di farne parte. Quando vado nelle scuole e incontro i ragazzi di qualunque età li esorto a fare sport e ad avvicinarsi ad esso perché poi ti aiuta nella vita e te lo ritrovi in tutte le sfide quotidiane. Chi ha fatto sport, affronta qualunque difficoltà con una marcia in più“.

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