“Sento di aver davvero lasciato che qualcuno si avvicinasse il più possibile. Sono stato molto aperto su ciò che penso e provo riguardo a ciò che faccio, e in vista dei Mondiali. Ma anche sulle sfide che affrontiamo”.
In occasione dell’evento “Filmhøsten” alla Cinemateket di Oslo, Johannes Klæbo era presente assieme alla sua famiglia per presentare il film documentario che è stato girato nella scorsa stagione, raccontando la marcia alle sei medaglie d’oro vinte al Mondiale di Trondheim.
Klæbo è il decimo personaggio che fa più parlare di sé in Norvegia, il secondo sportivo, alle spalle del solo Erling Braut Haaland, attaccante del Manchestet City.
A VG, il campione norvegese ha raccontato come sia stato per lui girare questo documentario su sé stesso. «In un certo senso, mi sono messo a nudo e sono molto aperto. Sono molto emozionato per questo. Poi ci sono alcune cose che il pubblico non ha mai saputo, che saranno presenti in questo film. Penso che ci saranno cose con cui molte famiglie potranno identificarsi».
Nel documentario, quindi, si parla del rapporto con la famiglia che lo ha sempre seguito da vicino, dei pro e dei contro, ovviamente.
A proposito di famiglia, Klæbo parla anche del coinvolgimento del suo fratello Ola, regista del documentario assieme a Stian Engh. «È davvero bello che si sia lasciato coinvolgere in questo, non credo che sapesse davvero in cosa si stesse cacciando. Ora lavorano 24 ore su 24. Ci sono molte cose nel film che lo rendono molto “noi”, molto reale. È così che ci è sempre piaciuto lavorare, e non credo che nessun altro avrebbe potuto avvicinarsi così tanto come gli è stato permesso di fare».
Già in passato Johannes e Ola Klæbo avevano lavorato assieme producendo un Vlog. Ora potrebbe anche essere rilanciato: «Vedremo se YouTube sarà un’attività che potremo ripetere, perché per il film c’è così tanto materiale che viene registrato ma non utilizzato. Forse potrà essere fatto in seguito. Ci sono molte persone interessate alla “parte nerd” su alimentazione, esercizio fisico e cose del genere, e abbiamo un grande potenziale in questo senso, basato sul materiale grezzo che abbiamo ora. Quindi vedremo».
