“Vedo un’alta concentrazione nei vari gruppi, una grande determinazione in vista di questa stagione importante. Sognare è bello, ma è più importante mantenere sempre il focus sul lavoro”. Klaus Höllrigl, direttore tecnico del biathlon italiano, è felice di quanto sta vedendo nel corso della preparazione.
Reduce da una stagione difficile, l’Italia del biathlon sta preparando l’anno olimpico con grande attenzione e la voglia di fare bene, cercando di costruirsi anche spalle grandi per le aspettative che sono evidenti da parte degli atleti stessi, ma soprattutto dell’ambiente attorno che chiede risultati importanti.
Intanto, il weekend che arriva vedrà un primo importante evento sulla pista olimpica di Anterselva, i Campionati Italiani Estivi che avranno al via anche alcune nazionali di alto livello, tra le quali Norvegia, Svizzera, Austria e Finlandia femminili, oltre a Svizzera e Finlandia maschili.
«Il nostro obiettivo era proprio quello di avere dei Campionati Italiani Estivi ad Anterselva di buon livello – ha detto Höllrigl a Fondo Italia – e ci siamo riusciti, perché tante ottime squadre sono lì. In questo modo il Campionato Italiano diventa un test importante per noi, perché ci permetterà di capire a che punto siamo anche rispetto agli altri».
Non ci sarà Dorothea Wierer.
«Una scelta fatta già da tempo, in quanto ha una preparazione diversa che non prevede competizioni estive. Dopo il raduno in Val Martello inizierà a riposarsi leggermente prima rispetto ai compagni».
Ha girato molto nel corso della preparazione a seguito delle squadre. Che impressioni ha avuto fin qui?
«Molto positive, vedo maggiore concentrazione e tanta determinazione da parte di tutti. Stanno lavorando in una maniera diversa e nei giovani è evidente una maggiore maturità. In linea generale vedo una crescita sia tecnica nel tiro che fisica, proprio grazie a questa determinazione che noto sul quotidiano. Mi fa molto piacere che le squadre B si stiano avvicinando alle A, iniziando a bussare alle loro porte e magari anche alla Coppa del Mondo in inverno».
Partiamo da Lisa Vittozzi dopo la grande prestazione al Blinkfestivalen. Si sarebbe aspettato un rientro del genere da parte sua? Come l’ha trovata?
«Ovviamente lei era contenta, perché era inevitabile avere qualche dubbio alla vigilia, visto che tornava dopo tanto tempo. Io mi aspettavo questa bella prestazione, perché l’avevo seguita in allenamento, vedendola crescere giorno dopo giorno. Sapevo che aveva già il livello per vincere quelle gare. Poi ovviamente si tratta di competizioni estive, su un giro breve e piatto. Ci aspetta quindi ancora tanto lavoro nei prossimi mesi per vedere la vera Vittozzi in inverno».
Questo rientro vincente ha subito alimentato le aspettative. Nonostante l’anno di stop, Vittozzi è considerata tra le grandi favorite alle medaglie. Per lei quanto sarà importante gestire bene la pressione?
«Io credo che proprio il fatto che sia stata ferma un anno le tolga un po’ di pressione, perché nessuno può già metterla tra le favorite. Serve tanto lavoro per riportarla a un certo livello. Nonostante la vittoria in Norvegia, dobbiamo andarci piano, mantenere i piedi per terra, senza pensare ai risultati. Oggi per lei è importante soltanto restare concentrata sul lavoro, sempre su sé stessa. Ad oggi non è giusto parlare di medaglie o altro, non è il momento. Sicuramente da qui al via della stagione crescerà e sono convinto che se in inverno avrà ritrovato il suo livello, abbia l’esperienza e la testa necessarie per reggere la pressione di un’Olimpiade in Italia».
Passiamo all’altro atleta molto atteso, Tommaso Giacomel. Dopo gli ottimi risultati della passata stagione è considerato tra i favoriti per la generale e le medaglie olimpiche. In una recente intervista, lui stesso ha dichiarato di considerarsi tale.
«Ho visto molto bene Tommy in questi mesi, perché sta proseguendo sulla strada che lo ha portato al buon livello della seconda parte della passata stagione. Lui è molto concentrato sulle cose importanti che fanno andare bene. È un ragazzo intelligente e ha visto lo scorso anno, che non ha senso sognare e concentrarsi sui risultati, ma mantenere il focus sul lavoro e ciò che ti porta poi a fare ottime prestazioni. I risultati sono solo una conseguenza».
Insomma non bisogna commettere l’errore di pensare al risultato, ma concentrarsi sugli aspetti che lo determinano.
«Trovo che si stia parlando troppo di classifica generale, Olimpiadi od altro. Io sono convinto che un giorno Tommaso vincerà la classifica generale, ma, senza ovviamente porre alcun limite alle sue ambizioni o alle sue capacità, credo che nell’immediato ci siano ancora degli atleti che partono davanti a lui. Ovviamente Tommaso ha il potenziale per ottenere grandi risultati, ha tutte le carte in regola per fare bene all’Olimpiade, ma l’importante sarà sempre tenere il focus su quei fattori che determinano la prestazione senza lasciarsi distrarre».
Ai Campionati Italiani di Anterselva non vedremo al via Dorothea Wierer. A che punto è Doro verso quella che sarà la sua ultima stagione in carriera, che si chiuderà proprio con le Olimpiadi in casa?
«In precedenza, parlando della squadra, ho usato la parola “determinazione”. Ecco è quella che descrive meglio la Dorothea Wierer di quest’anno. Lei vuole fare bene ed è sveglia abbastanza da non farsi distrarre dal pensiero di medaglie e vittorie. Doro pensa solo a lavorare e chi la conosce sa che vuole chiudere facendo bene, far parlare di sé attraverso la prestazione. Vedremo come reggerà il fisico in inverno, ma sono convinto che possa fare una bella stagione. Senza dubbio metterà tutta sé stessa».
Dopo aver ottenuto tre podi due anni fa, nella stagione scorsa la staffetta maschile ha fatto fatica. Cosa si aspetta da loro nella stagione olimpica? Le attese sono comunque alte.
«Vedo lavorare molto bene quel gruppo, c’è grande sintonia tra atleti e staff tecnico, credono in quello che stanno facendo e i giovani stanno crescendo. Ovviamente, dopo i risultati dell’anno passato, dobbiamo tenere i piedi ben saldi a terra in occasione del via della prossima stagione. Sono però convinto del potenziale del gruppo, non solo con quattro ma con anche altri atleti che possono fare buone prestazioni in staffetta».
Tra loro sono molto attesi per motivi diversi Didier Bionaz e Lukas Hofer.
«Didier ha preso una bella sberla lo scorso anno, ma credo che quanto gli è successo sia stato importante per lui, perché ha capito tantissime cose. Lo si vede adesso in allenamento, si sta concentrando solo sulle cose importanti, quelle che servono a migliorare la prestazione, anziché caricarsi sulle spalle il peso di inutili pressioni. I momenti difficili fanno male, ma se l’atleta analizza poi il tutto con serenità insieme allo staff tecnico, sono questi i periodi che gli mostrano cosa manca per fare il salto di qualità e lo fanno crescere. Non ho il minimo dubbio che Dido farà una bella stagione, migliorando come biatleta. Per quanto riguarda Luki, sta facendo una preparazione un po’ diversa, perché con lui abbiamo provato una strada nuova. Sta bene. Con la sua esperienza e il tiro che ha, mettendo tutto assieme, mi aspetto che di inverno dica la sua».
Come stanno lavorando le atlete del gruppo femminile? Con Vittozzi e Wierer, lo spazio a disposizione si ridurrà probabilmente ad appena tre pettorali.
«Hanno cambiato marcia. Come avevo già notato lo scorso inverno, sono più concentrate sul lavoro da fare, più attente ai dettagli. Sanno che i posti sono pochi e tante hanno il potenziale per arrivare a un buonissimo livello. Le vedo lavorare in una maniera diversa e mi sembrano cresciute bene. Anterselva sarà per loro il primo test».
La Svezia sta pensando di portare otto atlete alla prima tappa facendo un po’ di turnover. Avendo voi solo cinque pettorali, pensa che possiate fare altrettanto.
«No, sia al maschile che al femminile, come sempre partiremo con delle scelte tecniche chiare in base a quanto visto in questi mesi. Poi osserveremo le gare invernali, faremo dei cambi quando necessari, dando opportunità a chi andrà forte. Inoltre alcuni atleti o atlete potrebbero saltare qualche tappa in vista della preparazione olimpica, quindi si potrebbe aprire uno spazio, dando alle più in forma la possibilità di giocarsi il posto per le Olimpiadi».