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Biathlon – Johannes Dale lascia di corsa il raduno in Val di Fiemme: la cicogna ha portato in anticipo il piccolo Jon

Foto Credits: Dmytro Yevenko/Fondo Italia

La scorsa settimana si è conclusa in maniera rocambolesca e prima del previsto la trasferta in Italia per Johannes Dale-Skjevdal, che ha dovuto lasciare gli allenamenti con la Nazionale in Val di Fiemme, dove la squadra era ospite del Dolomiti Apart & Rooms di Passo Lavazé per rientrare urgentemente in Norvegia. Per fortuna, la ragione di questa partenza improvvisa è assolutamente positiva e non c’è da temere alcun malanno o infortunio: la fretta era semplicemente dovuta ad una cicogna che ha deciso di volare in anticipo di ben due settimane rispetto al previsto a casa Dale-Skjevdal.

“Non capita spesso che (mia moglie) mi chiami prima di colazione durante un ritiro. Poi ho capito che dovevo assolutamente tornare a casa” ha raccontato Dale a TV2 “Ho preso da parte Egil (Kristiansen, tecnico dei norvegesi) a colazione. Gli ho detto che avevo bisogno di essere accompagnato all’aeroporto e di un biglietto per tornare a casa.”

Una volta arrivato a Milano, è stato fortunato a riuscire a trovare un posto nel primo volo per Oslo; da lì, poi, tornare a Lillehammer. Ma il travaglio, una volta rotte le acque, è andato così spedito che il biathleta ha quasi rischiato di non fare in tempo.

“Quando sono arrivato, siamo stati a casa solo 45 minuti prima di dover andare in ospedale. È stata una corsa contro il tempo. Sono stato molto contento di aver preso il primo volo. Altrimenti sarei arrivato nel bel mezzo del parto. È stato tutto così perfettamente sincronizzato e organizzato che sembra quasi impossibile. Ho avuto paura, ovviamente, che avrei potuto non arrivare in tempo. Ma quando è successo, ero molto tranquillo, sapevo che sarebbe andato tutto bene. Quando sono arrivato a Lillehammer, però, ho capito che stava andando un po’ più veloce del previsto.”

Al termine di una giornata decisamente snervante, Dale e sua moglie Kristina, hanno potuto stringere tra le braccia un maschietto di nome Jon, come il nonno del biathleta: “Molti sanno che avevo un rapporto molto stretto con mio nonno. Chiamare Jon come lui è una grande emozione”.

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