Il CIO ha recentemente annunciato che la partecipazione alle Olimpiadi invernali del 2026 sarà consentita anche agli atleti russi e bielorussi come Atleti Individuali Neutrali (AIN), purché soddisfino determinati requisiti stabiliti dal CIO e siano regolarmente qualificati secondo le disposizioni delle singole Federazioni Internazionali.
Mentre alcune discipline (come pattinaggio e scialpinismo) hanno già aperto la porta agli atleti per le qualificazioni e la FIS, che raggruppa una gran fetta delle discipline che si giocheranno le medaglie olimpiche, potrebbe prendere in considerazioni di farlo nei prossimi giorni, il biathlon, attraverso l’IBU, rimane assolutamente irremovibile, spiegando in una nota stampa che non esiste alcuna base giuridica affinché gli atleti neutrali, possibilità a cui il CIO ha ora aperto le porte, possano prendere parte ad alcuna competizione sotto l’egida dell’IBU.
Una decisione che fa discutere, ma trova ampio consenso tra i biathleti norvegesi. L’emittente norvegese TV2 ha raccolto le loro impressioni in occasione dei Campionati nazionali estivi a Molde, a partire dal presidente della Federazione norvegese di biathlon, Arne Horten: “La nostra posizione è chiara: sono vietati e ci atterremo a questa regola in vista delle Olimpiadi. Il CIO controlla il programma olimpico, ma noi non siamo d’accordo con loro.”
Tra gli atleti c’è chi, come Johan-Olav Smørdal Botn, ha le idee molto chiare: “Noi che veniamo dalla Norvegia, paese confinante con la Russia, dobbiamo essere consapevoli che non si tratta semplicemente di invadere i paesi vicini. Qualsiasi altra azione sarebbe del tutto assurda”; chi invece, come Vetle Sjåstad Christiansen riconosce la necessità di questa decisione, ma ritiene che non avere russi e bielorussi tra i partenti è una perdita per la disciplina. “Per il gusto della competizione e dei duelli, ovviamente mi mancano. Ma chiaramente, dato il contesto, va bene che non partecipino. Spero che capiscano cosa devono fare per poter tornare a partecipare. I russi devono essere parte dello sci di fondo internazionale.”
Ingrid Landmark Tandrevold, che all’interno dell’IBU svolge il compito di rappresentare la voce degli atleti essendo parte dell’Athletes’ Committee, ha molti dubbi sulla questione, a riprova del fatto che si tratta di un argomento complesso, pur elogiando la presa di posizione dell’IBU. “Le Olimpiadi sono diventate una questione politica. È un ragionamento poco convincente quello secondo cui lo sport e la politica non dovrebbero mescolarsi. Gli atleti (russi) sono davvero fantastici. Sono atleti che conosciamo e con cui abbiamo un buon rapporto. Sono diventati vittime della politica del loro Paese. Non ho una risposta valida su cosa sia giusto o sbagliato. Penso che sia positivo che l’IBU prenda posizione e sia chiara. Non è facile opporsi a un’organizzazione forte come il CIO. In realtà ne sono piuttosto impressionata.”