La stagione invernale è alle porte e il morale è molto alto nella squadra francese, nonostante gli infortuni importanti di Flora Dolci e Lucas Chanavat. Gli stimoli sono tanti così come gli obiettivi, in primis quello di redimere con i Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, la passata stagione, che è stata foriera di delusione per la squadra transalpina, tornata dalla spedizione norvegese in quel di Trondheim per i Campionati del Mondo di sci nordico senza medaglie.
Dopo un inizio di stagione deludente, Jules Chappaz ha sfiorato al medaglia con un quarto posto in occasione della sprint, Hugo Lapalus aveva avuto delle belle sensazioni nella tappa di casa a Les Rousses che non si sono confermate a Trondheim.
“Questi sono i capricci dello sport” ha commentato Lapalus a Le Dauphiné “Penso di aver fatto tutto il possibile per arrivare nelle migliori condizioni possibili, ma purtroppo, nel giorno X, non è andata come speravo. Forse per via della mia forma, della neve, non ci sono necessariamente delle scuse… È così. Non può essere perfetto tutti i giorni.”
Un’esperienza dura sicuramente, ma non tutta da buttare via, ma qualcosa di cui fare tesoro, anche perché per Lapalus si è comunque trattato della sua migliore stagione in carriera, con due podi e un terzo posto nella classifica distance di Coppa del Mondo, braccato da cinque norvegesi nei primi sei posti. Un risultato perfettamente in linea con quanto programmato per il quadriennio olimpico, con una progressione che andasse di pari passo con quanto fatto in preparazione negli ultimi quattro anni.
“Dopo Pechino, ci siamo detti: ‘Ogni anno lavoreremo in questa direzione, orientandoci un po’ di più verso dove vogliamo arrivare’. Quindi non abbiamo reinventato nulla. Siamo ancora allo stesso livello, spostando il cursore un po’ più avanti ogni anno.”
Un lavoro fatto con attenzione, cercando di non “bruciarsi”, errore in cui invece è incappato proprio il collega Chappaz lo scorso inverno: “Ero un po’ stanco in autunno, ma ho fatto fatica a vederlo.” Pur avendo accumulato stress, il 26enne ha “continuato a lavorare a testa bassa”, scelta che si è però rivelata fatale: “Sono arrivato all’inizio della stagione privo di freschezza mentale e fisica. Ed ero nei guai”.
Per riprendersi, ha preso una pausa della stagione evitando di gareggiare al Tour de Ski, decisione che si è rivelata provvidenziale per ritrovare le energie fisiche e mentali: oltre alla medaglia di legno ai Mondiali, il finale di stagione ha consegnato al francese ben quattro podi e tanta carica per la preparazione alla stagione olimpica. “Ho cambiato un po’ la mia routine” Chappaz “Prima, mi allenavo per tre settimane da 25-30 ore, poi una settimana di recupero da 15 ore. Ora, faccio quattro settimane da circa 25 ore.” Una ridistribuzione delle ore che presenta tanti vantaggi: “Mi permette di avere un giorno libero a settimana, per evitare di sovraccaricarmi e annoiarmi durante la settimana di riposo (ride)”.