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Biathlon , Interviste

Biathlon – Eric Perrot: “Il tiro a terra non è un punto debole, ma un aspetto su cui continuare a migliorare”

Credits: Dmytro Yevenko

Nella mente del biathleta francese Eric Perrot, già tre volte campione del mondo a 24 anni, è tutto calcolato. Il transalpino, infatti, sta migliorando costantemente, stagione dopo stagione,  raggiungendo i suoi obiettivi uno dopo l’altro: dal piazzamento tra i primi 10 in Coppa del Mondo al titolo mondiale individuale vinto lo scorso febbraio a Lenzerheide, in Svizzera.

La stagione 2025/2026, che inizierà tra meno di venti giorni, sarà segnata dall’appuntamento olimpico, dove Perrot sogna una medaglia d’oro alla sua prima partecipazione. Per raggiungere questo obiettivo, il biathleta non ha risparmiato sforzi durante la sua preparazione estiva.

Oltre a lavorare sugli sprint finali, infatti, il vincitore del Loop One Festival di Monaco di Baviera, in Germania, si è concentrato sul tiro a terra e ha spiegato a Nordic Magazine: “Ci ho lavorato molto perché è lì che le mie statistiche erano peggiori. Non era un punto debole, ma un aspetto in cui dovevo continuare a migliorare”.

Perfezionista di natura, Perrot non è soddisfatto della sua percentuale a terra dell’87% durante lo scorso inverno e continua a spiegare: “L’anno scorso mi sono concentrato sul tiro in piedi e ha funzionato bene. Mi sono davvero divertito in queste ultime sessioni di tiro. Ecco perché volevo rendere piacevole la posizione prona, così da poterla sperimentare dall’inizio alla fine durante le gare, senza punti ciechi”.

Oltre a questo, Perrot, appassionato di uno sport che è diventato la sua professione a tempo pieno, afferma: “Ci siano ancora molti aspetti da migliorare  Per quanto riguarda il tiro, ad esempio, ci sono molti scenari che ho già sperimentato e imparato, ma molti altri che non ho ancora incontrato. Ampliare le mie competenze fa parte del mio addestramento, ma è durante le gare che le espando di più”.

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