I Giochi Olimpici di Milano Cortina sono un evento irrinunciabile per tutti gli amanti dello sport, non solo quello invernali. L’evento principe degli sport della neve e del ghiaccio torna nel cuore dell’Europa dopo 12 anni, quando cioè fu Sochi ad organizzare l’ultima Olimpiade europea, e a 20anni dall’ultima Olimpiade “alpina” di Torino 2006. La Rai, che sarà official broadcaster dell’evento sta curando in lungo percorso di avvicinamento a Milano Cortina 2026 anche attraverso una rubrica su Radio 1 dal titolo “Zona Olimpica” che intreccia lo sport con la cronaca, la storia e altre curiosità, attraverso le voci degli addetti ai lavori e degli atleti protagonisti di oggi e del passato.
Questa settimana, ospite della rubrica è Stefania Belmondo. Lo “scriciolo” piemontese, così come era soprannominata per il suo fisico minuto – che celava una determinazione immensa – che con le sue dieci medaglie olimpiche è dietro solo a Marit Bjoergen nel novero delle atlete più titolate della disciplina, in compagnia della russa Raisa Smetanina, ha un rapporto speciale con le Olimpiadi, a cui ha preso parte 5 volte. Per l’ex fondista azzurra, però, non erano mai state un obiettivo quando si affacciava allo sport agonistico.
“Da piccola non pensavo alle Olimpiadi. La cosa è venuta dopo quando nell’88 ho partecipato per la prima volta come riserva e poi ho dovuto gareggiare perché una mia compagna di squadra si è fatta male. Lì è diventato veramente un obiettivo e quando mi allenavo vedevo questo podio olimpico come un sogno.”
E non passa molto tempo, solo quattro anni, affinché arrivi la prima medaglia d’oro.
“L’Olimpiade del ’92 è stata un’emozione incredibile, perché vincere il primo oro olimpico per una donna italiana nel fondo a 23 anni è stato qualcosa di veramente eccezionale. Non è arrivato in maniera inaspettata perché avevo avuto diversi buoni risultati in Coppa del Mondo e nelle gare sono andata in progressione fino all’oro, però non c’è mai niente di sicuro in una gara si può andare incontro sempre a tante cose e quindi è stata una giornata memorabile.”
Per la seconda medaglia d’oro però la conferma non è immediata: anche se Nagano 1998 le regala un bronzo e un argento bisogna aspettare il 2002 e le Olimpiadi statunitensi di Salt Lake City per vederla di nuovo con un oro olimpico al collo, nella 15 km a tecnica libera, gara su cui ammette di aver puntato molto.
“La distanza era quella a me più congeniale, la neve era bellissima ed era una gara molto impegnativa perché il tracciato aveva molte salite, per cui un po’ di speranza c’era. In più dopo la rottura del bastoncino è stato un momento incredibile per me.”
Da quest’ultimo passaggio di una donna dello sci di fondo sul gradino più alto del podio ad oggi ci sono ben 24 anni. Ma Belmondo, che non prese parte alle Olimpiadi in casa da atleta, ne fu comunque protagonista con uno dei ruoli chiave del protocollo olimpico: quello dell’ultimo tedoforo, responsabile dell’accensione del braciere dello Stadio Olimpico di Torino.
“Un’esperienza indescrivibile, unica. Il coronamento di una carriera, come un premio che mi è stato dato dagli italiani che non dimenticherò mai. Ogni tanto quando sono sulle piste di Pragelato in inverno, ogni tanto di immedesimo, mi penso col pettorale, in quella salita lunghissima, ma nella vita bisogna fare delle scelte e io lì ho scelto la famiglia, i miei figli e quindi sono contenta così. Tornassi indietro farei la stessa cosa.”
Belmondo però sa bene, grazie alla sua lunga carriera, cosa significa gareggiare in casa in un grande evento, avendo preso parte ai Mondiali in Val di Fiemme nel 1991.
“Quando gareggi in casa hai sempre quel qualcosa in più, in quel momento vuoi far bene come sempre ma anche qualcosa in più perché sei davanti alla tua gente, sei nel tuo Paese che rappresenti in quel momento. Sono sicura che queste Olimpiadi saranno bellissime.”
E quest’oggi, in occasione dell’accensione della fiamma olimpica ad Olimpia, la 56enne sarà ancora una volta una protagonista del percorso a cinque cerchi verso Milano Cortina: dopo aver presentato al mondo, assieme a Bebe Vio, Carolina Kostner e Martina Caironi la torcia olimpica che porterà la fiamma in giro per l’Italia, sarà la prima tedofora italiana a prendere in carico la fiamma assieme ad un’altra leggenda degli sport invernali, l’ex slittinista Armin Zoeggler.

